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Il presepe in movimento di Venezia: ai Frari un’attrazione per la riscoperta del Natale

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A Venezia non è Natale senza il presepe dei Frari. La stella cometa all’esterno che lampeggia, la melodia natalizia che risuona accostandosi al portone e ogni anno la sorpresa di ritrovarsi ad ammirare ogni singolo movimento. Nella Basilica dei Frari, da sempre, i frati francescani allestiscono nella cappella laterale di San Pietro, detta Emiliani, un presepe “artistico” che è una vera e propria attrazione per bambini e adulti. È una lunga tradizione, fatta di amore e pazienza, di cura e di spirito cristiano che aiuta a ritornare al senso vero del Natale in una città che quest’anno festeggia i 1600 anni dalla sua fondazione. Come racconta Padre Sergio Zanchin che, all’età di 89 anni, è ancora il pilastro della rappresentazione della Natività.

“Siamo frati Francescani e San Francesco è stato primo che ha fatto il presepe a Grecio, nel 1223, dopodiché i frati hanno visto e capito che questo segno poteva essere significativo per quelli che vogliono celebrare il Natale e vedere con i propri occhi come e dove Gesù è nato e la storia della nostra salvezza, un segno che rimane impresso nel cuore – spiega Padre Sergio – quindi qui ai Frari, che è la grande casa dei frati minori conventuali, il presepe si è sempre fatto. Naturalmente lo abbiamo aggiornato, con statue sufficientemente grandi e in movimento”. La preparazione inizia già in estate, quando si controllano e si rivedono le statue e si pensa al materiale necessario. L’allestimento vero e proprio inizia a metà novembre per fare l’impalcato e la struttura, successivamente il paesaggio e le statue con i loro congegni meccanici.

“Il presepio non è solo uno spettacolo ma ha la finalità, ancora oggi, di aiutare la gente a riflettere sul mistero del Natale, su Gesù che nasce in una grotta – continua Padre Sergio – i bambini si divertono a vedere il paesaggio che cambia e i movimenti, ma non sono capaci di cogliere il mistero, mentre gli adulti si divertono come i bambini ma possono anche rendersi conto che stiamo celebrando un momento importante come quello del Natale soprattutto grazie al movimento della Madonna che si alza e presenta il Bambino, mentre Giuseppe tiene accesa la lanterna per fare luce”.

Mentre in tutta la cappella risuona il tradizionale canto “Tu scendi dalla stelle”, di giorno il presepe è un piccolo villaggio fatto di gente indaffarata nei propri compiti: una donna dà da mangiare alle galline, un’altra estrae l’acqua dal pozzo per lavare la biancheria nel mastello, i boscaioli tagliano la legna, il vasaio è intento a lavorare la creta, il fabbro batte sul ferro caldo, il cestaio sta realizzando una gerla, mentre il fuoco riscalda i pastori e le pecore si abbeverano alla cascata d’acqua. All’improvviso il sole cala e scende la notte, tra fulmini, nuvole e tempeste. Il villaggio si ferma, gli abitanti riposano e interrompono le proprie attività. E allora il fulcro diventa la Sacra Famiglia, dentro la grotta, con la Madonna che culla il Bambino e si alza per presentarlo a tutti e lanciare il messaggio che Gesù è nato per salvare l’umanità.

In alto, a contornare il presepe, ci sono due immagini che rappresentano gli angeli in legno realizzati dall’intagliatore bellunese Andrea Brustolon e conservati in sacrestia.

Il presepe ai Frari resterà aperto fino al 2 febbraio e si può visitare dalle 9 alle 18.30.

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