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Ponte Costituzione, il giudice: Calatrava paghi, errori di progettazione

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Sembrano assai lontani i tempi che nell’immaginario veneziano avevano visto nel progetto di Santiago Calatrava la realizzazione di quel Ponte premonitore di Pace, in sintonia con tanti altri ponti costruiti nel mondo per avvicinare le genti, che oggi ha perso le caratteristiche del sogno e che mostra i segni di una stanchezza precoce.

Il fascino del Ponte, dell’attraversare il Canal Grande dalla Stazione ferroviaria a Piazzale Roma, con un progetto di accessibilità per tutti e quindi dotato di accessi e strumentazioni finalizzati alla fruibilità per le persone disabili (non attuato), è stato decisamente superato da altre questioni di carattere finanziario.

Dopo la perizia dell’ingegner Armando Mammino, la giudice Manuela Farini, nel tener conto della richiesta del Comune dei danni d’immagine provocati dalla cattiva esecuzione del ponte, conclude che nessuno dei soggetti coinvolti può proclamarsi innocente.

“Non è la sola responsabile la ditta appaltatrice” ha asserito Farini, riferendosi all’Impresa Cignoni di Rovigo che ha vinto l’appalto, nonché all’amministrazione comunale che non ha saputo essere all’altezza della sfida innovativa e culturale, che non ha vigilato abbastanza e non ha avuto la lungimiranza di scegliere un’impresa altamente specializzata e consapevole dei pericoli insiti in opere imponenti inserite in un tessuto delicato qual è Venezia.

A suo tempo l’impresa Cignoni, che aveva preteso 10milioni di euro dal Comune (che ne aveva proposti 7), ha ulteriormente chiesto altri 11 milioni, mettendo in serie difficoltà l’amministrazione veneziana.

La Cignoni fa causa al Comune, che a sua volta rivendica i danni d’immagine a causa dei ritardi e delle incongruenze della costruzione. Dalle 700 pagine periziate da Manuela Farini, si rilevano in mora 33 mila euro corrispondente a 3 riserve (legate alla sospensione dei lavori) delle 24 presentate per risarcimento, di cui comunque non risponderà il Comune.

La giudice Manuela Farini ha disposto che a pagare dovrà essere proprio lo studio dell’architetto Calatrava, che a suo giudizio è responsabile di errori progettuali in origine, dovuti soprattutto alla scarsa conoscenza degli elementi fondamentali della laguna, delle insidie di un sottosuolo roccioso, ma l’architetto, già accusato e implicato in tante cause (l’ultima stabilisce che la progettazione è costata 464mila euro in più) è già stato assolto dalla Corte dei Conti.

Andreina Corso | 07/09/2016 | (Photo: archive) | [cod calave]

(Lo studio dell’Architetto Calatrava, in merito al presente articolo, ha ritenuto di inviarci una nota con controdeduzioni che pubblichiamo in questa pagina)

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4 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Caro signor Walter,
    la ringrazio per l’attenzione e per la sua osservazione sull’incompletezza, che ritengo puntuale.
    Mi sono limitata a riportare il giudizio del Giudice Manuela Farini, dopo la perizia ampia dell’ingegner Armando Mammino in merito allo stato del ponte della Costituzione e delle vicende organizzative ed economiche che lo hanno attraversato..
    L’articolo era di cronaca, la registrazione di una vertenza fra Comune, Impresa appaltatrice e la città. Non ho mancato di documentarmi e attraverso gli studi di Massimo Majoweicki, professore di ingegneria, ho imparato che gli errori riguardano il problema delle eccessive spinte sulle rive e l’arcata artistica troppo bassa, con inclinazione del 5,2% contro il 12-33 standard, che spinge sulle fondazioni provocando “spostamenti orizzontali, , rotazioni e pressioni alle giunture. Come soluzione propone lo spessoramente delle fondazioni.
    Va considerato l’aspetto geologico di Venezia, molto instabile, che quando allontana le rive, causa danni strutturali.
    Si poteva prevenire ? E se è vero che il Ponte ha ottenuto l’assenso del consiglio comunale, anche e soprattutto per permettere ai disabili e alle persone in difficoltà di attraversarlo, aiutati da strutture particolari tecnologiche come le ovovie di cui si era occupato anche il prof. Enzo Cucciniello dello IUAV, se è vero che non si è realizzato niente di tutto questo, si può sapere perché? Non è certo solo responsabilità di Santiago Calatrava, che del resto ha regalato il progetto alla città, pensando che quel quarto ponte a Venezia sarebbe stato di buon auspicio. Ora tocca alla politica, agli studiosi, ai poeti prendersi cura del Ponte: là dove è possibile trovare giusti rimedi, si attuino nel rispetto dell’architetto e della città.
    Grazie e buona notte. Andreina Corso

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