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Piano vaccini, quanto protegge e come procede il Veneto. Mutazioni del virus: trovate varianti inglese e africana

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Nelle ultime 24 ore sono stati 55.654 i tamponi effettuati in Veneto, l’incidenza dei positivi è al 5,66%, sui tamponi rapidi e molecolari, 3.151 i positivi e 23.644 le dosi di vaccino somministrate, «la macchina vaccinale risponde bene», ha commentato il presidente della Regione Luca Zaia.

L’ordinanza per le scuole superiori

Rispetto alle comunicazioni del Consiglio di ministri di lunedì sera, con l’Rt sopra uno si va in zona arancione, sopra 1,25 si va in zona rossa. I 21 parametri dovrebbero restare gli stessi. Si attende di capire nelle prossime ore, afferma Zaia, cosa stabilirà il ministero della Salute. Mentre sulle scuole, ha detto: «il vero tema sono le superiori perché c’è più preoccupazione rispetto al contagio. La prevenzione ha detto che è bene tenere queste scuole chiuse, la letteratura c’è e il governo ha annunciato l’arrivo della terza ondata: cose che non sapevamo poco tempo fa, ed eravamo pronti anche con la programmazione dei trasporti. Se occorre incentivare il più possibile lo smart working, questa è una delle attività che si possono fare in questa modalità, a differenza di altre, appunto come gli impianti sciistici, i servizi alla persona ecc. Il problema è quello degli assembramenti nelle classi», ha affermato il governatore.

Il piano vaccinazioni

La prima fase della vaccinazione sta avanzando con la somministrazione alle persone fragili, sono 185 mila le dosi che giungeranno in Veneto al 25 gennaio, giorno dell’arrivo dell’ultima tranche. Gli operatori, 18.639 che si sono vaccinati, sono medici di medicina generale, quelli delle Usca (Unità assistenziale a domicilio) e gli operatori nei reparti a rischio e quindi tutti gli altri operatori del servizio sanitario regionale, compresi gli amministrativi. Ci sono anche i volontari dell’emergenza, le croci, gli operatori delle ambulanze, i privati accreditati e il settore sanitario privato, i dentisti, i sanitari dei centri diagnostici: tutti questi sono stati inclusi nelle dosi del mese di gennaio.

Le coorti di età

Si sta iniziando a pensare all’organizzazione della fase due, quella della vaccinazione della popolazione in generale. La priorità, anche qui, sono gli ultra ottantenni più fragili, circa 160 mila, con invito spedito a casa e comunque nessuno escluso, con sede e ora stabiliti in maniera ordinata. Poi toccherà alle persone settantenni. Quindi a quelle fino ai sessant’anni. «Se dovessimo avere più dosi vaccinali pensiamo di andare in contemporanea con più coorti di età. Vaccinare significa proteggere le persone – ha detto la dottoressa Francesca Russo del settore Prevenzione della Regione Veneto – Chi presenta criticità particolari, sotto i 70 anni, coperti da esenzioni ticket o perché noti ai medici di medicina di base, verranno vaccinati con priorità». I servizi essenziali si pensa di vaccinarli in contemporanea ai sessantenni: insegnanti, farmacisti, forze dell’ordine, volontari. La seconda dose in tutti i casi, cioè il richiamo, è già fissato.

Quanto dura il vaccino

Il vaccino ha un’efficacia pari al 95% ed è sicuro, ha affermato Russo. C’è un canale per la comunicazione delle reazioni che si accompagnano a questo tipo di vaccino (il Pfizer). Non ha alcun organismo vivo, ma c’è una parte della proteina Spike di superficie che stimola il sistema immunitario di chi la riceve. Se si entra in contatto con il virus e questo viene riconosciuto: dopo 7-8 giorni dalla prima somministrazione c’è una copertura al 70%. Con la seconda dose aumenta ancora. A seconda delle coorti di età, le due dosi per 6-12 mesi dovrebbero essere sufficienti. Un milione e 100 mila vaccini servono per vaccinare la popolazione fino ai 60 anni. In tutto ammonta a 4 milioni la totalità di coloro che è previsto vengano vaccinati nella regione. Il Veneto punta a completare la vaccinazione prima dell’estate. Le unità vaccinali sono costituite da 5 persone. Ci sono delle graduatorie di infermieri disponibili e per ora il Veneto procede speditamente: ha superato il milione e ritiene di impiegare anche gli specializzandi. Ogni ambulatorio si calcola possa somministrare 3 mila vaccini per sette ore di lavoro quotidiane: un vaccino circa ogni tre minuti.

Le mutazioni del virus, l’inglese e l’africana

L’istituto zooprofilattico ha fatto le sequenziazioni dei campioni di virus Veneto. Sono state individuate mutazioni che non erano mai state riscontrate in Italia e in Veneto e abbiamo condiviso questi risultati con l’istituto superiore della sanità. Abbiamo due varianti che preoccupano, quella inglese e quella africana. Oltre ad averla trovata noi questa variante (africana) è stata trovata anche in altri paesi europei. Delle due varianti si teme la maggiore gravità e diffusibilità. Il Veneto sta perciò continuando il sequenziamento.

Il protocollo scolastico

In presenza di un caso positivo a scuola, si fanno i tamponi a tutta la classe. Finora, se non c’era riscontro di un secondo caso, i bambini in Veneto potevano continuare a frequentare. Nel 30% delle classi da metà novembre è stato riscontrato un caso secondario. L’elevata presenza di questi casi ha reso poco sostenibile le verifiche con la prevenzione. Il protocollo è stato pertanto modificato per evitare che in più classi si diffondano casi secondari. Quindi in presenza di un positivo ora si chiude la classe, a partire dalla seconda elementare.

Per quanto riguarda l’ordinanza del presidente sulle superiori, «ci sono studi che hanno visto che la chiusura delle scuole è importante tanto quanto il contact tracing nel caso degli adolescenti, che sono interessati dal maggior numero di positività», ha detto Russo.

 

 

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