Matteo Renzi cambia verso.
Il premier sulle pensioni anticipate diventa possibilista ed ha chiesto ai ministri del Lavoro e dell’Economia di studiare se e come si può concedere ai lavoratori di andare in pensione prima rispetto alle regole della riforma Fornero.
Tanto che pare vorrebbe pensare di inserire le nuove norme nella legge di Stabilità che il governo presenterà in consiglio dei ministri entro il 15 ottobre.
Sulle pensioni i ministri Padoan e Poletti saranno ascoltati giovedì dalle commissioni riunite Lavoro e Bilancio della Camera. Due questioni sul tavolo soprattutto: 1) un eventuale settimo decreto di salvaguardia per gli esodati, cioè per i lavoratori che hanno perso il posto a ridosso della riforma Fornero e sono senza pensione per l’improvviso aumento dei requisiti; 2) un provvedimento per sbloccare la liquidazione delle domande presentate nel 2015 dalle lavoratrici che vogliono accedere all’«opzione donna» prevista dalla legge 243 del 2004 (devono avere almeno 57 anni di età e 35 di contributi, ma avranno l’assegno tutto calcolato col contributivo, perdendoci in media il 25-30%).
Poi, ma solo come terzo punto, e anche compatibilmente con lo sbilancio che provocherà l’annunciata soppressione della Imu-Tasi, si penserà alla «flessibilità in uscita»: un pensionamento anticipato prendendo meno.
Pensione anticipata vuol dire però trovare coperture per alcuni miliardi, per questo le formule allo studio sono quelle meno impattanti per il Tesoro.
A questo punto quella più probabile su cui discutere pare sia la proposta del “prestito” pensionistico.
In pensione con il prestito pensionistico, dal poco trapelato finora, consisterebbe nella possibilità di uscire dal lavoro uno-due anni prima usufruendo di una mensilità di circa 700 euro che poi dovrebbe essere restituita nel momento in cui scatterebbe la pensione normale.
Per fare un esempio: un lavoratore esce dal lavoro due anni prima. Per due anni riceve una mensilità di 700 euro. Dopo due anni scatta la sua pensione normale che dovrebbe essere di 1.400 ma egli continuerà a riceve 700 per due anni, restituendo la differenza che il Tesoro gli ha anticipato per uscire prima.
Mario Nascimbeni
20/09/2015
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