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Padre ha più colpe nella separazione, Tribunale di Venezia: 10mila euro alle bambine. Di Andreina Corso

Sofferenza dei bambini in famiglia: danno risarcibile? La sentenza del Tribunale di Venezia

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Il Tribunale di Venezia, nella sentenza di separazione tra coniugi, ha condannato il padre, giudicato ‘il maggior responsabile’ del malessere delle sue due bambine, a consegnare cinquemila euro ciascuna. La sentenza ha un valore simbolico che enuncia un problema complesso e delicatissimo, quando riguarda i minori, vittime del conflitto.

Questo importo, secondo i giudici è dovuto alle figlie “perché costrette” a dover scegliere alternativamente l’uno o l’altro genitore, senza possibilità di vicinanza e accompagnamento psicologico. Costrizione che le ha indotte talvolta a replicare «alcuni atteggiamenti tipici dei due genitori, mimando anche la loro reciproca conflittualità».

Quando a pagare il prezzo più alto del disaccordo familiare sono i figli, la responsabilità civile degli adulti che non ce la fanno a gestire la rabbia, si sgretola, così come si frantuma, smarrendosi, quella sicurezza, quella fiducia che ogni bambino avrebbe diritto di provare verso mamma e papà, che sono le persone più importanti della sua vita. E che nel corso della separazione acutizzano le loro divergenze, ognuno deciso a rivendicare diritti e doveri, arrabbiato al punto da non accorgersi che quei comportamenti sono patiti e assimilati nel corso di un’ingiusta e difficile crescita. Emozioni e panico che i bambini loro malgrado si trovano a vivere, quando il dialogo tra genitori si è interrotto aumentando la loro solitudine interiore che si nutre d’incertezze e di paura.

Il seguito si affida ai giudici che di conseguenza devono stabilire i termini e le modalità di una separazione che tenga conto soprattutto della soluzione più adeguata e meno indolore per i bambini. Questa necessaria premessa, per raccontare la difficile storia che stanno vivendo due bambine che ora hanno nove e undici anni ma che dai primi anni di vita hanno vissuto il peso di un clima ostile alla loro serenità.

Sono cresciute fra litigi irrefrenabili, accuse reciproche e disagi. Conflitti che hanno fatto saltare spesso la loro presenza alla Scuola dell’Infanzia e alla Elementare. Le bambine, vittime di questa difficile convivenza, che ha coinvolto anche i carabinieri e il Centro antiviolenza cui si era rivolta la madre per le vessazioni subite, sono state al centro dell’interesse dei giudici che si sono occupati dei termini della separazione.

Cinquemila euro, dicevamo, un valore simbolico, se lo rapportiamo al danno insanabile subito da due bambine, che forse per autodifesa, talvolta mimano tra loro i comportamenti dei genitori, atteggiamento che potrebbe compromettere il processo di crescita e la loro stessa fiducia nei confronti dei compagni, degli insegnanti e del mondo adulto in generale. Un danno davvero simile a un crimine, quello che talvolta i bambini subiscono a causa dei problemi dei genitori e delle insopportabili relazioni familiari.

Genitori in questo caso, giudicati dal consulente del Tribunale, entrambi inidonei a svolgere la funzione genitoriale. La valutazione dei Servizi sociali non riconosce allo stato dei fatti, a mamma e papà delle bambine, il diritto alla bigenitorialità. Non sono in grado di garantire quel clima sereno alle figlie, che sono invece afflitte e turbate da un dolore più grande di loro.

La triste vicenda, così l’hanno chiamata i giudici della seconda sezione civile, si chiude con la separazione conseguente tra i coniugi ma aperta e preoccupante rimane quella che riguarda le bambine, che rimarranno a vivere con la madre ma con l’affidamento ai Servizi sociali del Comune, alla Neuropsichiatria infantile e al Consultorio familiare, che potranno, se necessario, aiutare e proteggere le bambine da ulteriori momenti di crisi familiari.

Il padre potrà far visita alle figlie in casa della madre una volta la settimana e in presenza di un operatore competente in questo campo. Non ci dovrà essere alcuna libertà per il padre di libera frequentazione delle figlie e della casa. Dovrà altresì provvedere alla contribuzione del mantenimento delle bambine con trecento euro mensili ciascuna.

Oltre ai provvedimenti economici, i genitori in ogni caso potrebbero essere aiutati, anche attraverso una terapia familiare a rimediare al danno che già ha provocato tanto dolore alle figlie. A partire dal prendersi cura della parte più fragile e vulnerabile troppo ferita, che ha bisogno di un tempo ragionato e ritrovato, da restituire alle bambine, per salvarle, se siamo ancora in tempo, da una sofferenza, che potrebbe accompagnarle tutta la vita.

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