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“Ormai si ha la sensazione che i residenti siano di intralcio ai turisti”

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Rispondo ad Alessandro G. ( “Ma io, come residente, posso abitare a Venezia o disturbo le attività lavorative abusive?”, ndr )
con cui solidarizzo totalmente, vivendo la medesima situazione, nel medesimo luogo.

Aggiungerei che il suonatore di strada (che ben conosco, non di vista, ma di udito) non è neppure la peggiore tra le invasioni acustiche che allietano il campo, 24 ore al giorno, 330 giorni l’anno, ad essere generosi…

Non c’è purtroppo molto da aggiungere a tutte le segnalazioni che leggo quotidianamente da residenti residui (per quanto ce la si farà ancora?) che tentano a prezzo di una qualità di vita ormai insostenibile di continuare a vivere nella propria città, o nella città di elezione (quante volte ho pensato nel corso di questi anni di essere stata particolarmente sfortunata nel nascere in una città così ambita, fossi nata in un paesino defilato e sconosciuto avrei potuto secondare il legame affettivo che lega, con più o meno ambivalenze al luogo di nascita, e di crescita).

Sono anni oramai, che si ha la sensazione (che va via via trasformandosi in certezza) che i residenti, veneziani e non, siano di intralcio ai turisti, ed a qualsiasi attività che col turismo abbia attinenza.

Che i residenti, fino ad ora garanzia della sopravvivenza di una città così fragile, nella forma di città, non di museo, o di sagra diffusa, siano ora diventati di ostacolo ad un progetto(?) difficile da individuare, se non come un’idea di sfruttamento miope e piratesco di risorsa da utilizzare tutta e subito, come non ci fosse un domani.
Domani infatti difficile da intravedere, continuando questa ”strategia”.

Inutile continuare l’elenco, che i residenti per lo più già conoscono, delle cose che non dovrebbero essere accettabili, e che sono invece diventate normali.

Del resto questo probabilmente attiene ad una trasformazione ben più estesa e generalizzata dei comportamenti nelle relazioni tra umani.. o giù di lì.

Con l’ottuso ottimismo che mi caratterizza, mi piacerebbe comunque
sostenere e accodarmi a qualsiasi iniziativa intrapresa per contrastare/arginare questa devastazione.

FLAVIA

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7 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Dovremmo comunque pretendere dalle Istituzioni il rispetto delle città, di tutti i luoghi pubblici, dei beni comuni e dei valori culturali (non soltanto a Venezia ma dappertutto!!). Siamo ancora uno Stato di diritto? Dove sono le sanzioni per i trasgressori? Vige, ancorché non dichiarata, la legge del più ‘forte’??

      • “Chi vuole il suo mal non pianga se stesso”.
        Credo che Venezia sia il simbolo dei nostri tempi. Siamo complici di un cambiamento che ci è imposto sempre da altri. La storia lo insegna, per chi vuole imparare e aprire gli occhi per guardare sviluppare una coscienza e ora è tempo! Quindi basta con le lamentele e parlare.impariamo a scegliere e smettiamo di seguire ma agiamo in autonomia e cerchiamo di “vedere” in profondità prima per elaborare un nostro pensiero autentico. Ricordo che Brugnaro disse “se ai Veneziani non” piace Venezia “che se ne vadano”. Ed è lì ancora!!!

          • …e che hai residenti della terraferma della vivibilità dei residenti del centro storico non importa altrettanto nulla.

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