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Nido Millecolori al Piraghetto, comitato : «Più garanzie e meno fretta»

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Nido Millecolori al Piraghetto, comitato : «Più garanzie e meno fretta»

È l’estate del 2019, un anno fa. La direzione scolastica dell’istituto comprensivo Francesco Querini di Mestre informa il Consiglio d’istituto che il Comune ha dato via libera allo spostamento dell’asilo nido Millecolori. Lo fa perché la destinazione prevista è il giardino della scuola con la conseguenza che l’area verde perde quasi 1000 metri quadrati di spazio, riducendosi da 1500 a 600 circa.

IL PALAZZO
Questa operazione serve a lasciare spazio alla realizzazione di uno stabile di 6 piani, per 66 appartamenti in social housing, nell’area dell’ex istituto Luzzatti di via Trentin dove prima c’era il nido.
La Querini presenta ad agosto 2019 ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale). Mobilitazioni, proteste, flash mob, il sostegno di parte della politica e la visibilità sui media riescono a bloccare l’intento dell’amministrazione. In particolare emerge un difetto sullo strumento impiegato per autorizzare il piano del privato: la delibera di giunta non è sufficiente, la decisione deve andare in Consiglio.

IL COMITATO
Poi sono i cittadini del quartiere Piave e di via Trentin a muoversi: nasce il comitato omonimo a “difesa” della piccola strada di villette basse in stile Liberty dal “mostro” di 6 piani. Una costruzione che a loro avviso toglierebbe spazio, vista, vivibilità a un rione tenuto tenacemente al riparo dal degrado della vicina stazione ferroviaria. Parte un altro ricorso.

Lunedì 13 luglio si è di nuovo riunita la quinta commissione. Nel frattempo la giunta corre ai ripari con una delibera di Consiglio questa volta, finalizzata alla realizzazione dell’asilo comunale Millecolori non più dentro al giardino della Querini, ma in via Catalani, nell’ex area cani del parco Piraghetto.

In base alla nuova disposizione c’è la riduzione dei piani del palazzo che Cev intende costruire, a fronte del riconoscimento alla società di un credito edilizio in compensazione alla riduzione di cubatura sul progetto dell’area ex Luzzatti.

IL NUOVO ASILO
La presidente della Commissione Urbanistica Lorenza Lavini spiega che la costruzione del nuovo asilo è a carico del Comune per la parte che riguarda l’ammodernamento e i canoni di compatibilità secondo le tecnologie più avanzate. «Sarà una struttura in bioedilizia, con fonti di energia rinnovabili, in tecnologia X-lam tutta in legno lamellare. Si adopereranno sistemi di costruzione su un unico piano, con una viabilità di accesso rivista e ponendo attenzione alla salvaguardia delle piante attuali».

Per quanto riguarda l’ex Luzzatti il nuovo fabbricato avrà la stessa altezza di quello esistente, tre piani. Alla Cev è riconosciuto il trasferimento della cubatura aggiuntiva, pari a 4.696 metri quadrati previsti dal “piano casa”, in altra area del Comune, probabilmente a Favaro in via Vallenari. L’operazione prevede anche l’ampliamento del parco Piraghetto recuperando l’area retrostante lo scalo ferroviario per destinarla a una nuova area cani.

VIABILITA’
Il Comitato Quartiere Piave, con il presidente Michele Doro e la vicepresidente Elisa Tubaro in commissione, chiedono al Comune di ritirare la delibera precedente. «Un atto a garanzia» dell’uscita di scena definitiva del palazzo di 6 piani in via Trentin. Inoltre vogliono che l’area cani e l’ampliamento del Piraghetto avvengano prima dello spostamento dell’asilo e nel rispetto delle compatibilità con l’altro nido presente in zona che è il Draghetto, affinché non ci siano problemi di viabilità nell’accompagnare e riprendere i bambini.

«La nuova delibera è migliore della precedente – dicono i consiglieri Pd Monica Sambo ed Emanuele Rosteghin – ma è necessario capire quale impatto avrà il social housing su una zona dove sono già presenti molte famiglie e dove la conformazione delle case è ben diversa». Va garantito, per Sambo e Rosteghin, che nell’area Alpini non verrà realizzato un parcheggio, cosa confermata dall’architetto del Comune Danilo Gerotto.

IL PIANO CASA
Non è sicuro che la seconda delibera di Consiglio, in virtù del nuovo accordo con il privato, vada ad annullare la prima. «La 43 del 2018 diventerebbe inefficace che non vuol dire illegittima», dice Gerotto. Quando Cev comprò l’area, una decina di anni fa, esisteva una legge deroga della Regione del 2009 che aveva aggiunto qualcosa come 3 mila metri quadrati al terreno: il piano casa appunto.

«Con questa nuova delibera – dice Gerotto – non mettiamo mano alla variante di allora. Il piano casa è una legge deroga di carattere economico su cui non possiamo fare niente. «Ma in fase di redazione del bando, non era utile esplicitare che non avrebbe dovuto essere compresa la cubatura del piano casa?», chiede Rosteghin. La risposta di Gerotto è affermativa: «Il Comune avrebbe potuto stabilire che non si tenesse conto del piano casa». Prossimo match sul Millecolori giovedì in Consiglio comunale ma, dicono comitato e opposizioni, «senza aver tanta fretta di chiudere tutto».

A.G.

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