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Natale, Zaia: «Non si può impedire il pranzo tra parenti che abitano in piccoli Comuni limitrofi»

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Ci sono 3581 positivi al Covid in più nelle ultime 24 ore in Veneto (in base ai tamponi molecolari e anche rapidi), 3068 ricoverati di cui 336 in terapia intensiva. Siamo a quota 4 mila morti, 95 in più nelle ultime ore.

Dpcm

C’è la bozza del Dpcm. «Lascia non poche perplessità – afferma il presidente del Veneto Luca Zaia, che interviene da Marghera – C’è anche il decreto legge che va a legittimare i vincoli sugli spostamenti, e questo blocco dei transiti fuori dai territori regionali non è da poco, dal 21 dicembre al 7 gennaio. I giorni 25, 26 e primo gennaio c’è divieto di spostamento tra i Comuni. C’è lo scenario del mancato ricongiungimento famigliare. Un aspetto che per il Veneto viene prima di tutti. Ci sono mille altre soluzioni per evitare gli spostamenti, giustificando e ammettendo i ricongiungimenti famigliari, quindi i genitori o i figli al pranzo di Natale. In territori come il nostro, di piccoli Comuni, la sperequazione è estrema. Vuol dire che in quei giorni, in quelle zone, vivremo come in zona rossa, anche se siamo nella gialla. I ristoratori possono chiaramente chiudere, se non per i residenti del Comune stesso. Non propongo di chiudere anche gli altri, dico che manca l’equilibrio nella norma, visto che Comuni come Roma sono grandi come due terzi del Veneto. Non ha senso dal punto di vista epidemiologico. Ripeto che non ce l’ho con le metropoli – afferma Zaia – ma penso la norma non stia in piedi. Spero il governo riveda questi aspetti nelle prossime ore».

Sicurezza e scuole

C’è l’aspetto dei controlli prefettizi. «Se il tavolo del prefetto non arriva a una soluzione, il presidente della Regione interviene a normare. Quindi, mi chiedo, a cosa serva il tavolo sulla sicurezza nei trasporti ,se non produce effetti? Rispetto all’apertura delle scuole ci siamo – continua il presidente – dal 7 gennaio è prevista la frequenza al 50% in presenza e al 50% a distanza, imponendo i trasporti al 50% della capienza. Va precisato meglio rispetto a quali scuole», afferma Zaia che aggiunge, «manca il tema dei ristori. Così si crea guerra tra poveri».

L’ordinanza è regionale

L’ordinanza regionale è scaduta. Entra in vigore automaticamente il Dpcm, per il governatore. Le strutture di vendita singole restano aperte per il governo: centri commerciali, parchi commerciali, negozi nei centri commerciali e assimilati. «Capiremo l’esito del Dpcm. Vedremo la classificazione come zona per il Veneto, domani, venerdì 4 dicembre. Dopo ciò decade la chiusura dei negozi alla domenica – commenta Zaia – Decade il contingentamento nei negozi e anche la raccomandazione a permettere nelle prime due ore di apertura l’accesso agli over 65». Per Zaia, «si sarebbe potuto discutere diversamente, regioni con il governo, alcuni punti come gli spostamenti fra Comuni e i ricongiungimenti delle famiglie a Natale. Da un punto di vista tecnico, chiedo chi possa aver avvallato una disposizione che permette la circolazione all’interno di territori comunali molto grandi e la vieta fra quelli piccoli e piccolissimi». Il Dpcm è stato accompagnato dal decreto, per renderlo più efficace. Il governatore conferma di non aver intenzione di impugnare il provvedimento. «Come possiamo chiedere alle famiglie un tale sacrificio se poi si vedono piazze e spritz affollati? – Chiede Zaia – La Regione ha presentato comunque un documento su questo. Non so dire come fare per differenziare i piccoli Comuni e le metropoli. Serviva proibire gli assembramenti in tutti gli spazi pubblici – afferma il governatore -. È un dato di fatto che il governo è legittimato a decidere, a prescindere, senza attendere le regioni. Che dire? Non sto qui a contestare o piagnucolare. La cittadinanza giudicherà. Non dico che non ci vogliano misure, ma devono essere perequative».

Antonella Gasparini

 

 

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