IL PRIMO GIORNALE ONLINE DI VENEZIA | ANNO XVIII

giovedì 25 Aprile 2024
7.9 C
Venezia

data pubblicazione:

ultimo aggiornamento:

LEGGI ANCHE:

HOME PAGEstoriaQuando Napoleone dichiarò guerra alla Serenissima: il Leone di San Marco
Questa notizia si trova quistoriaQuando Napoleone dichiarò guerra alla Serenissima: il Leone di San Marco

Quando Napoleone dichiarò guerra alla Serenissima: il Leone di San Marco

pubblicità

napoleone e leone san marco 271219

Quando Napoleone dichiarò guerra alla Serenissima (primo maggio 1797) ordinò “di far atterrare in tutte le città di terraferma il Leone di San Marco”.

I soldati francesi e i collaborazionisti giacobini italiani e veneti eseguirono con particolare determinazione il decreto del Bonaparte e migliaia e migliaia di leoni furono distrutti e scalpellati.

Napoleone aveva capito molto bene il valore di un simbolo come il leone di San Marco e cercava di annullarne l’immaginifica potenza. Senza grandi risultati, per la verità, vista la straordinaria diffusione del simbolo marciano anche ai nostri tempi.

Nonostante la furia distruttrice di Napoleone e accoliti vari, nel 1800 nasceva nelle isole Ionie, con capitale Corfù, La Repubblica Settinsulare, libera e indipendente dal 1800 al 1807, che mise proprio il Leone di San Marco nella propria bandiera, con l’aggiunta di sette frecce rappresentanti il patto federale delle sette isole.

Nel 1807 nelle isole ritornarono i francesi e ci rimasero fino alla caduta di Napoleone; il Congresso di Vienna non riuscì a dipanare la matassa ionica, anche per la valenza strategica delle isole sulle quali, dopo il lungo periodo della Serenissima, si erano scatenati gli appetiti dell’Inghilterra, della Francia, della Russia e dell’impero ottomano, e solo il 5 novembre 1815 , con il trattato di Parigi, i potenti dell’epoca trovarono la soluzione.

Nascono gli “Stati Uniti delle Isole Ionie”, protettorato inglese: per la prima volta nella storia si utilizza l’istituto giuridico del “protettorato” che sarà largamente usato dagli stati della vecchia Europa cambiando notevolmente l’atlante geopolitico del mondo.

Attraverso un protettorato, uno stato più forte (protettore) si riserva il diritto di rappresentare nell’ambito del diritto internazionale uno stato più debole (protetto) in virtù di un accordo (trattato di protezione).

Lo stato protetto ha una notevole autonomia per quanto riguarda l’amministrazione interna (a differenza della colonia); il protettorato viene, solitamente, governato da una figura che rappresenta lo stato protettore (governatore, commissario).

L’istituto del protettorato venne utilizzato soprattutto dagli inglesi (Swaziland nel 1846, Brunei nel 1888, Zanzibar nel 1890, Transvaal nel 1891), dai francesi (Tunisia nel 1850, Laos nel 1869, Congo nel 1880, Marocco nel 1912), dai tedeschi (Camerun nel 1884 e Burundi nel 1907), dagli italiani (Somalia nel 1889).

Gli Stati Uniti delle Isole Ionie si danno una costituzione che entra in vigore il primo gennaio 1818 e la prima cosa che balza all’occhio è … la bandiera: fondo blu con in alto a sinistra l’Union Jack e in basso a destra il Leone di San Marco con le sette frecce rappresentanti le sette isole ioniche; uno schema che diventerà popolare e che sarà riproposto dagli inglesi in tante parti del mondo.

bandiera union jack e leone di san marco up box
La bandiera con l’Union Jack e il Leone di San Marco continuerà a sventolare fino al 29 marzo 1864 quando, con il trattato di Londra, le isole ionie (o Eptaneso) furono annesse al Regno di Grecia.

Ettore Beggiato

LEGGI TUTTO >>

RIPRODUZIONE VIETATA. SONO VIETATI ANCHE LA RIPRODUZIONE PARZIALE DI TITOLI, TESTI E FOTO ATTRAVERSO SISTEMI AUTOMATICI (CD AGGREGATORI) SU ALTRI SITI

3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Un’altro episidio che non sapevo della bellissima storia della nostra repubblica di San marco e della sua ingloriosa fine. Da anni mi appassiona la nostra storia e resto sempre più sbigottito da quanta carne c’è da mettere sul fuoco e da come pochi decenni di occupazione straniera (francese, austriaca ed italiana) siano riusciti a far morire di fame a gran parte di noi la nostra memoria, la nostra identità il nostro orgoglio. La nostra storia non è una storia italiana non ce lo dobbiamo mai dimenticare

Notizia interessante? Scrivi cosa ne pensi...

Scrivi qui la tua opinione
Il tuo nome o uno pseudonimo

notizie che hanno interessato i lettori

spot_img