La notizia che mai nessuno avrebbe voluto conoscere, si diffonde ieri sera anche tra quanti – e sono migliaia – si sono uniti in questi due giorni nei social a fare auguri e a dare supporto a quel bambino che pure non conoscevano ma che non volevano vittima di un destino così crudele.
Carlo Alberto Conte invece oggi non c’è più. Anche i medici hanno dovuto arrendersi.
Le preghiere della mamma, del papà, della sorella minore, di tutti quanti lo hanno conosciuto e di tutti quanti hanno solo letto la sua storia ora accompagneranno il piccolo lassù.
Carlo, un bellissimo bambino di 12 anni, sportivo e sano, è stato inaspettatamente colpito da quelle casualità fisiologiche ineluttabili che lasciano senza parole, è stato colpito da un arresto cardiaco domenica mattina durante una gara di corsa a Vittorio Veneto.
Oggi lo piangono, oltre ai suoi genitori e alla sorellina, i suoi compagni di scuola, gli amici, i compagni di sport della squadra di atletica, tutti attoniti e in lacrime per quanto avvenuto ad un’anima così pura.
L’incubo è cominciato domenica mattina, era in corso la disputa della marcia campestre ‘Città della Vittoria’, nel trevigiano. Il 12enne, in gara nella categoria ragazzi, già atleta, stava partecipando alla corsa quando a 300 metri dall’arrivo è stramazzato a terra, tra gli sguardi impauriti degli altri marciatori e del pubblico.
Un malore, si è pensato, ma subito si è avuta la percezione della gravità del caso: il defibrillatore, il massaggio cardiaco, i soccorsi che non si sono mai interrotti per quasi un’ora. Poi l’ambulanza, l’elicottero, il ricovero.
I medici sono stati costretti a riferire la situazione reale da subito: la vita del 12enne era appesa ad un filo. Il cuore aveva ripreso a battere ma le sue condizioni restavano gravissime. ieri sera l’epilogo in un letto della Terapia intensiva della Cardiochirurgia di Treviso. L’epilogo di una tragedia senza un perché.