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Morto monsignor Antonio Meneguolo, una vita “consacrata a San Marco”

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Mons. Antonio Meneguolo

Morto monsignor Antonio Meneguolo ieri notte a Venezia.

Meneguolo, veneziano di Cannaregio, canonico di San Marco e “storico” componente del Capitolo della Cattedrale, Meneguolo è morto intorno all’una di notte all’ospedale Ss. Giovanni e Paolo di Venezia dove era ricoverato da qualche settimana per il progressivo aggravarsi delle sue condizioni di salute.

Aveva 83 anni e il suo ministero sacerdotale è stato a lungo e intensamente legato alla basilica cattedrale di San Marco e, prima ancora, all’insegnamento. “San Marco – aveva detto anche recentemente – è stato sempre il mio destino di vita, qui ho visto tutto… La mia vita è stata consacrata a San Marco”.

LA GIOVENTU’
Monsignor Meneguolo nasce nel 1936 nel sestiere veneziano di Cannaregio. La sua famiglia si trasferisce pochi mesi dopo in Calle dei Fabbri, a pochi passi da San Marco, e poi per un breve periodo, a seguito della prematura morte del padre, si sposta a Contarina nel Polesine tanto che il giovanissimo Antonio inizierà i suoi studi in Seminario a Chioggia per passare quindi in quello di Venezia una volta rientrato con la famiglia nella città lagunare.

Viene ordinato suddiacono dal Patriarca Roncalli ed è poi nel primo gruppo di sacerdoti ordinati, il 21 giugno 1959, dal Patriarca Urbani. Pochi mesi fa aveva appena festeggiato i suoi 60 anni di sacerdozio.

STUDI E PERCORSO
Don Antonio Meneguolo si è laureato in Lettere antiche, poi in Teologia morale e con anche una licenza in Liturgia pastorale insegna nel Seminario Patriarcale di Venezia per quasi 40 anni (in particolare le materie teologiche e letterarie). E sempre alla Salute è stato inoltre vicerettore e, a seguire, preside del Seminario minore.

Alla morte del vescovo ausiliare monsignor Olivotti, il Patriarca Luciani gli affida la gestione di alcune opere diocesane e così don Antonio si comincia a cimentare anche nel campo dell’amministrazione e delle questioni economiche. Più avanti, con il Patriarca Scola, seguirà pure i beni ecclesiastici e quindi le chiese da tutelare e restaurare, divenendo anche vicario episcopale per gli affari economici e moderator curiae. Negli anni ’70, inoltre, avviene il suo fondamentale incontro con il movimento di Comunione e Liberazione di cui sarà poi, a lungo, assistente ecclesiastico.

Mons. Antonio Meneguolo, con il Patriarca Cè, ritorna decisamente ad operare nella “sua” San Marco; ne diviene canonico, è a lungo membro della Procuratoria, arcidiacono e delegato patriarcale per la basilica cattedrale di cui conosce ormai quasi ogni segreto e di cui ha narrato tantissime volte, a semplici fedeli e ad ospiti illustri, le caratteristiche e i particolari più splendidi.

Nell’ultima sua intervista, rilasciata poco più di sei mesi fa al settimanale diocesano Gente Veneta, ricordava con commozione proprio questo aspetto: «La forza e il segreto di san Marco stanno nel fatto che, semplicemente, è la presentazione della storia della salvezza, del mistero trinitario e della nascita della Chiesa. È bellissimo. E i gruppi che vengono qui dentro ne rimangono affascinati perché parli loro e presenti loro un fatto e una bellezza di cui si sentono partecipi. Quando si arriva davanti alla Pala d’oro c’è un momento quasi estatico che stupisce e io dico sempre: questa è la bellezza di Dio, è stata voluta proprio così per poter presentare il suo mistero».

Aveva raccontato l’emozione di quando il card. Scola chiese proprio a lui di spiegare a Papa Benedetto XVI, in visita a Venezia nel 2011, la storia e il contenuto dei mosaici marciani. Negli ultimissimi tempi – avendo ormai lasciato incarichi e dirette responsabilità – ha proseguito, da “semplice” canonico e fino a quando la salute glielo ha concesso, a celebrare l’ufficio divino e la messa nonché ad esercitare il ministero della confessione nella “sua” basilica di San Marco.

I funerali di mons. Antonio Meneguolo sono stati fissati per lunedì 3 febbraio alle ore 10.00. Saranno presieduti dal Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, che più volte lo aveva visitato in quest’ultimo difficile periodo, si terranno naturalmente nella basilica cattedrale di San Marco a Venezia.

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