Cartelli nel quartiere Piave di Mestre, “libero” dallo spaccio di droga dopo la maxi operazione della polizia di luglio 2018.
E’ il ringraziamento dei residenti di via Monte San Michele e via Trento alle forze dell’ordine dopo la retata che ha cambiato le loro vite due anni fa, ripulendo la zona dagli spacciatori di eroina e cocaina.
Lo scorso anno, per il primo anniversario dal blitz, nella zona erano apparsi gli striscioni con la scritta “Grazie Polizia di Stato, il quartiere è rinato” su pareti e negozi. E oggi, a due anni dalla maxi operazione, sono apparsi nuovamente dei messaggi, stavolta su cartelli: “2° anniversario operazione San Michele”, “10 luglio ‘18, grazie alle forze dell’ordine, 10 luglio ‘20”, e ancora: “Qui siamo tornati a vivere, grazie”.
L’imponente operazione della polizia di Stato a luglio 2018 aveva portato ad arresti e denunce degli spacciatori e aveva coinvolto 500 uomini della polizia, con l’impiego di Reparti Speciali.
Il tutto finalizzato all’esecuzione di numerose misure cautelari che erano state emesse dal gip, conformemente alla richiesta della Procura Distrettuale di Venezia, nei confronti di altrettanti cittadini extracomunitari di nazionalità nigeriana, dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti.
A distanza di due anni il quartiere mestrino ancora festeggia la serenità ritrovata, anche se il problema della droga non è stato del tutto risolto: alcuni spacciatori sono tornati, ma la situazione non è paragonabile a quando i “clan” controllavano l’intero quartiere, anche con azioni violente, pur di poter liberamente spacciare cocaina ed eroina a qualunque ora, soprattutto in zona stazione.
Prima dell’intervento delle forze dell’ordine la gente aveva paura anche a camminare per strada negli orari serali, ma dopo l’operazione e gli arresti tutto è cambiato: via Trento, via Monte San Michele e via Col di Lana sono “libere” dallo spaccio e per questo i residenti ringraziano ancor oggi la polizia con i cartelli.
L’operazione di luglio 2018 si era vista alla fine di una complessa attività di indagine diretta dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dalla Squadra Mobile lagunare e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.
Le investigazioni avevano consentito l’emissione di provvedimenti restrittivi a carico di cittadini nigeriani ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio, riciclaggio e di diversi decessi per overdose registratisi negli ultimi nove mesi a Mestre nonché delle lesioni personali conseguenti ad altre cessioni.
Il complesso dispositivo di Polizia, oltre alle esecuzioni dei provvedimenti restrittivi, aveva coinvolto l’Ufficio Immigrazione, la Divisione Polizia Amministrativa e Sociale e la Divisione Polizia Anticrimine, che hanno adottato le misure di competenza per il degrado in cui versava la zona.
G.P.