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Mense scolastiche e cibi biologici, buoni ma che non piacciono ai bambini. Voi cosa ne pensate?

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Mensa non pagata, alla bambina kracker e una scatoletta di tonno

La Regione Veneto promuove da tempo l’inserimento di cibi biologici nelle mense scolastiche e invita le scuole e i Comuni a utilizzare gli incentivi disponibili. Un’iniziativa lodevole, anche se molti genitori si dividono.

“I bambini vanno abituati a un’alimentazione sana fin da piccoli e più aziende riescono a ricevere fondi a riguardo meglio sarà – dice Paola, madre di un alunno della scuola primaria (ex elementare) di Venezia – noi già abituiamo i nostri figli a casa, e se si riesce a farli mangiare in modo corretto anche a scuola è già un buon punto di partenza”.

Di opinione diversa è Carla, madre di un’altra alunna della stessa scuola: “Mia figlia lo scorso anno non mangiava nulla in mensa, solo il pane, andavo a prenderla al pomeriggio ed era affamatissima, mi chiedeva la doppia merenda. Questo perché non si può pretendere di far mangiare ai piccoli alcuni tipi di alimenti, ricercati, per quanto sani siano. Ci sono sapori e ingredienti di un certo tipo, come il cavolo nero. La refezione scolastica deve essere per tutti, accessibile e usufruibile a tutti”.

“Che molto dipenda dall’alimentazione a cui gli alunni sono abituati in famiglia, è indubbio – commenta un’insegnante – certo la scuola non può sostituirsi alle scelte dei genitori né cambiare le abitudini alimentari, ma può optare per cibi sani, fornire un indirizzo corretto, anche se occorre trovare un buon compromesso tra cibi “comuni” e biologici, deve poter esserci una scelta”.

Nel frattempo la Regione Veneto ha deciso di puntare sulla promozione dei cibi biologici nelle mense scolastiche e l’assessore all’Agricoltura, Giuseppe Pan, invita le aziende ad accedere a fondi e incentivi. Il Veneto è infatti la seconda regione italiana, dopo la Lombardia, per numero di mense che offrono pasti biologici agli studenti: 215.

“Il Veneto è la seconda regione italiana, dopo la Lombardia, per numero di mense che offrono pasti biologici agli studenti – spiega l’assessore regionale – Sono ben 215 le strutture venete di ristorazione scolastica bio: una scelta, questa, che valorizza l’agricoltura sostenibile e promuove una cultura di sana alimentazione tra i più giovani. Ma pochissime stazioni appaltanti e aziende di ristorazione collettiva utilizzano il Fondo nazionale per le mense scolastiche biologiche, operativo dallo scorso anno e destinato a ridurre i costi a carico dei beneficiari del servizio di mensa scolastica biologica. Eppure accedere ai fondi è facile, basta iscriversi al registro nazionale delle stazioni appaltanti e dei soggetti eroganti”.

L’invito dell’assessore è rivolto a Comuni, scuole e aziende della ristorazione collettiva, e arriva in apertura del seminario tecnico sulla ristorazione scolastica biologica, promosso oggi dalla Regione Veneto in collaborazione con il Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali, nel palazzo Grandi Stazioni a Venezia.

“Pur essendo il Veneto regione leader nella produzione biologica e per numero di mese con prodotti biologici – sottolinea Pan – abbiamo registrato che sinora solamente tre stazioni appaltanti (una per provincia a Treviso, Venezia e Vicenza) e cinque soggetti eroganti (tre nel Vicentino e uno nel Padovano) hanno richiesto l’iscrizione all’apposita piattaforma informatica attivata dal Ministero delle politiche agricole per il servizio di mense scolastiche biologiche, e una sola stazione appaltante ha avuto accesso ai benefici di legge. Il che significa che, su un totale di 167.168 pasti ‘biologici’ erogati, solo a 19.920 pasti annui sono riconosciuti gli incentivi economici che vanno a ridurre i costi a carico dei beneficiari del servizio”.

L’assessore invita tutti i potenziali offerenti del servizio di ristorazione scolastica biologica a presentare entro il 30 marzo la richiesta d’iscrizione alla piattaforma nazionale delle stazioni appaltanti e dei soggetti erogatori.

In Veneto il 6 per cento della superficie coltivata è destinata al biologico, le imprese agricole interessate sono il 3,5 per cento del totale e il totale degli operatori regionali bio, tra produttori, preparatori e importatori, supera i 3500. Il Veneto è la seconda regione in Italia, dopo la Lombardia, a registrare il maggior intervento di superfici agricole investite in colture biologiche (più 38%) ed è al terzo posto in Italia per numero di attività bio in rapporto al numero di abitanti.

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