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Medico negazionista e complottista posta video: stipendio tagliato

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Medico negazionista e complottista posta video subisce il taglio dello stipendio come sanzione punitiva: la Asl gli riduce per cinque mesi lo stipendio. Aveva postato il video sui social.
Cinque mesi di stipendio ridotto del 20% per aver diffuso teorie negazioniste sul web.
Questa la definizione dell’Asl To4 nei confronti del dottore di 60 anni, medico di base di Borgaro, nel torinese, finito nell’occhio del ciclone, a ottobre, per alcune sue esternazioni sul Covid e, soprattutto, sul vaccino antinfluenzale.
G.D. aveva dichiarato: “Si sa con certezza da un istituto del Pentagono che il Coronavirus subisce un’attivazione per mezzo del vaccino antinfluenzale”, aveva raccontato in un video,

pubblicato su alcuni social network, ma il medico torinese è stato subito segnalato dai colleghi all’Ordine di Macerata, essendo lui iscritto in quell’ordine professionale pur lavorando in Piemonte.
Nei giorni successivi, partendo dalla segnalazione dei carabinieri del Nas, anche la procura di Ivrea aveva aperto un fascicolo d’indagine per procurato allarme nei confronti del medico negazionista.
Secondo gli investigatori l’ex ufficiale medico di completamento avrebbe diffuso teorie allarmanti su un’ipotetica attivazione del Covid da parte del vaccino antinfluenzale.
Il procedimento disciplinare dell’Asl To4 è stato

il primo ad arrivare a una conclusione.
L’azienda sanitaria, lo scorso 21 dicembre, tramite il collegio arbitrale, ha disposto una sanzione che consiste nella riduzione dello stipendio del medico “nella misura del 20% per la durata di mesi cinque” a partire dal 31 dicembre, così come previsto dall’accordo collettivo nazionale che disciplina i rapporti con i professionisti di medicina generale.
L’atto deliberativo e la documentazione istruttoria sono stati inviati all’Ordine dei medici

per eventuali e ulteriori provvedimenti a suo carico. G.D., in merito alle affermazioni rilasciate in quel video, poi eliminato dai social dove era stato pubblicato, è stato già ascoltato a Macerata lo scorso 3 novembre.
L’Ordine prenderà eventuali decisioni dopo che si concluderà l’indagine della procura di Ivrea.

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