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Vince il pronto soccorso, perde la Regione: via cronometraggio ‘tot secondi per paziente’

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Vince il pronto soccorso, vincono i medici. Perdono i ‘tecnici’ della Regione Veneto. L’assistenza, la cura di un paziente, non può essere circoscritta ad un cronometraggio preciso, o peggio prestabilito. Mettendo al centro la persona malata e suoi bisogni, La Commissione Sanità della Regione Veneto ha dedicato la sua attenzione ad una iniziativa di un anno fa, riguardante la revisione delle prestazioni in Pronto Soccorso, che sembrava volersi dotare del criterio del minutaggio per ogni specifico intervento, così come avviene nei reparti degenza dal primo gennaio.

Il cronometro quindi, non si addice ai bisogni di chi si reca al Pronto Soccorso, ma viene invece riconfermata la prestazione e con essa la mirata professionalità. A Palazzo Balbi i consiglieri hanno stigmatizzato il criterio del conteggio dei minuti, che la consigliera del Movimento 5 stelle Patrizia Bartelle ha giudicato “folle, in quanto non può essere sacrificato il rapporto medico-paziente al controllo delle lancette dell’orologio”.

Del resto i numeri che già sul nascere avevano annunciato questa pseudo riforma, determinavano in 22minuti l’intervento dei medici e in 40 quello degli infermieri, un conteggio giudicato dagli operatori stessi, privo di senso. Sfugge la logica del minutaggio (anche in corsia, in fondo), e nel settore dell’urgenza pare quanto mai opportuno considerare la complessa attività che come suggerisce Luigino Schiavon, presidente del coordinamento regionale del collegio degli infermieri Ipasvi, è caratterizzata da un flusso di accessi variabili, che vanno dal posto letto alla prestazione temporanea e quindi la valutazione del tempo non può che essere considerata in base alla funzione che ogni paziente richiede.

Il tavolo di “lavoro” attivato allo scopo di monitorare gli accessi annuali al Pronto Soccorso, che variano tra i 30 e gli 80mila, hanno ipotizzato la tipica giornata di lavoro, che è stata suddivisa in tre turni riguardanti il mattino, il pomeriggio e la notte. E ampio interesse rivelano le tipologie legate al soccorso, che possono essere ambulatoriali e territoriali, rilevando una complessità che per ora prevede un numero specifico di operatori sanitari.

Si tenta quindi un nuovo modello organizzativo basato su “tempo turno”, che prende il posto del “minutaggio” e che prevede per ogni bacino d’utenza, secondo le affermazione del Governatore Luca Zaia “non un tanto al giorno per sanitario, ma tanti sanitari quanti ne sono indispensabili dopo aver studiato i flussi”.

Il parere unanime della Commissione Sanità sulla bontà del progetto, sarà testato nei prossimi giorni per una valutazione concreta della sua riorganizzazione. Lo auspica anche il Sindacato dei Medici Anaao Assomed, che saluta favorevolmente l’iniziativa veneta, che potrà essere imitata da altre regioni, per porre fine ai troppi problemi che i cittadini incontrano quando si recano ad un Pronto Soccorso e che anche negli ultimi tempi ha manifestato lacune e problemi, la cui revisione non è più rinviabile.

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