Oggi chi ha guidato in questi anni la politica cittadina protesta contro le compagnie di crociere che fino a qualche giorno fa venivano difese anche se facevano scempio della laguna e mettevano in pericolo la città.
In realtà non sono loro il pericolo: perseguono quello che, per loro natura, è l’obiettivo: il profitto.
I responsabili del disastro sono quelli che oggi vogliono cavalcare la protesta.
Il sindaco, in primis, che con le Crociere ha anche stretto rapporti diretti di affari, e il Pd cittadino, guidato oggi da Baretta, che ha sempre sposato le tesi del sindaco senza tener in nessun conto quanto i cittadini di Venezia (e del mondo) chiedevano.
Se la politica cittadina avesse voluto l’interesse dei cittadini e dei lavoratori avrebbe da tempo percorso altre strade per diversificare la potenzialità del lavoro al Porto.
Quante volte in questi anni si è indicata la via da seguire che avrebbe potuto scongiurare il disastro della situazione attuale e avrebbe garantito lavoro e benessere per tutti e qualità della vita per la città. Quante volte si è indicato in navi compatibili con la laguna la soluzione. E quante volte abbiamo trovato la porta chiusa perché la politica cittadina sceglieva di difendere esclusivamente gli interessi dei poteri forti?
La scelta del gigantismo a tutti i costi, mettendo in pericolo la città e i suoi abitanti, è alla base dell’attuale disastro.
E la responsabilità del disastro è di chi ha colpevolmente fatto passare tanti anni a discutere su ipotesi valide e meno valide solo per permettere che le cose rimanessero inalterate e gli interessi dei più forti venissero sempre garantiti.
Questo è il punto dal quale ripartire. La situazione attuale non l’hanno voluta le compagnie di crociera, ma l’ha imposta la pandemia.
Per questo la manifestazione di oggi è una pessima strumentalizzazione elettorale dei lavoratori da parte del sindaco e del Pd locale.
Naturalmente chi ne va di mezzo sono i lavoratori, che oggi si trovano a manifestare con chi è il vero colpevole della loro attuale situazione.
Con loro, con i lavoratori, abbiamo già iniziato un percorso di ascolto e di dialogo. Pur nella loro difficile condizione, molti di loro capiscono dove stanno le responsabilità, comprendono le vere cause della situazione attuale e iniziano a valutare con interesse un costruttivo rapporto di dialogo che può portare a soluzioni importanti per la città e per tutti. E in questo senso i primi contatti li abbiamo già costruiti.
Quello che il sindaco non dice e che tutti gli operatori sanno è che per quantomeno un anno non ci saranno più in arrivo grandi navi e quindi è giunto il momento di operare scelte importanti per il futuro del porto e della città.
Scegliere di cavalcare la protesta senza mettere in campo nessuna soluzione è tipico di chi domani abbandonerà anche queste categorie di lavoratori al loro destino. L’unico scopo immediato è recuperarne il consenso elettorale.
È un brutto giorno, oggi, per la politica cittadina.
Oggi la politica tocca, in città, uno dei punti più bassi mai raggiunti.