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Martini: “Gravissimo usare campagna elettorale per illudere i lavoratori del Porto”

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Io, Giovanni Andrea Martini, do le dimissioni dal PD

È gravissimo utilizzare la campagna elettorale per illudere i lavoratori del porto.

Il fatto che le navi non arrivino dipende dalla situazione mondiale che vede i colossi del mare lontani da Venezia per problemi di pericolosità per i contagi e per la pandemia. Questa è l’unica ragione.

Tradotto in termini semplici significa che, stavolta, le grandi navi non arrivano per motivi che vanno al di là della volontà delle compagnie di crociera.

Dunque è giusto manifestare per il lavoro, ma non fomentare i lavoratori che si trovano a non poter lavorare per l’assenza delle grandi navi.

La colpa è di non aver mai preso in considerazione la possibilità di un’assenza del gigantismo croceristico, di non aver mai preso in considerazione altre forme di arrivi e di non aver mai lavorato per risolvere il problema.

La scelta è sempre stata quella di far passare il tempo in modo che non cambiasse niente. È stata la scelta del non scegliere la causa dell’attuale impotenza.

E in questa scelta la responsabilità è stata dell’attuale amministrazione in totale sintonia con il centrosinistra locale e il governo.

Un mese prima del lockdown si brindava alla Heritage Tower a Marghera ad un ulteriore sviluppo dell’arrivo delle grandi navi con aperta l’ipotesi dello scalo a Marghera. Alzavano il calice Pino Musolino, presidente dell’Autorità portuale, Simone Venturini che faceva le veci del sindaco e, per il governo, il sottosegretario Pier Paolo Baretta.
Porto, Comune e Governo uniti su un unico scenario possibile, quello dell’incremento del gigantismo in laguna. Nessuna ipotesi alternativa.

Nulla, non una parola su una ipotesi diversa, nulla sulla diversificazione degli arrivi.

Tutto doveva rimanere com’era e con un ulteriore scavo dei canali e con Marghera come nuovo terminal.

Questa miopia o, meglio, questa colpevole cecità è alla base della mancanza di lavoro oggi al porto.

Oggi più che mai occorre pensare al domani dei lavoratori e dei cittadini.

Le soluzioni ci sono: un porto esterno, che comunque non può essere pronto se non tra qualche anno, e un adeguamento delle dimensioni delle navi in arrivo.

Il Covid, infatti, può essere più facilmente controllato nelle navi con capienza limitata.

Sono queste che oggi possono arrivare in laguna e sono quelle che possono portare turismo buono e lavoro per i lavoratori. Se si lavorasse ad una programmazione di arrivi di questo tipo la cosa si risolverebbe per il bene di tutti.

Intestardirsi sulle grandi navi è far del male ai lavoratori, prospettando una possibilità oggi impraticabile. E tutto per una scadenza elettorale.

Domani, se Brugnaro vincerà, dirà: “ragazzi purtroppo le grandi navi non possono arrivare” e troverà qualcuno su cui scaricare la responsabilità.

Quindi la soluzione è proprio quella che chi specula sulla città non vuole: una programmazione nuova degli arrivi, con navi adeguate nelle dimensioni e in quanto tali gestibili in periodo Covid, e, nel frattempo, l’avvio concreto di una soluzione al di fuori della laguna.

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