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Maree sopra i 100 cm. in aumento a Venezia, il Mose c’è, però…

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Venezia è stata protetta la notte scorsa dall’acqua alta grazie all’ennesimo sollevamento del sistema Mose alle tre bocche di porto. La massima, misurata in mare alla diga Sud del Lido è stata di 125 centimetri sul medio mare, a mezzanotte e mezza, mentre in città, al mareografo di Punta della salute, il livello dell’acqua non ha superato i 75 centimetri, con il centro storico all’asciutto.

Ma se il Mose protegge dalle alte maree crescono quelle definite “sostenibili” che pur non invadendo tutta la città, talvolta annunciano allagamenti a piazza San Marco e nelle parti più basse di Venezia.

Quando l’alta marea oltrepassa il metro, la città si mette in posizione di ascolto e trema. E con lei gli occhi vigili dei veneziani puntati sull’acqua a controllare che non salga, e poi rivolti al cielo per scrutare la direzione delle nuvole, con il naso da segugio orientato a scoprire le bizzarrie del vento, la predizione della poggia, che in queste giornate batte insistente sulla città.

Quei 10, 20 centimetri oltre il metro creano allarme, anche se il Mose rassicura con la sua sperimentata e positiva azione: la riconciliazione tra quest’opera mastodontica tormentata e i veneziani, è avvenuta, dopo tanti anni d’incertezza.
Oggi i cittadini sanno che le paratie sono una barriera efficace al respingimento dell’alta marea, si sentono difesi quando il Mose è attivato e protegge la città.
Brucia ancora il ricordo dell’alta marea dell’anno scorso, quell’8 dicembre invaso dall’acqua con 138 centimetri sul medio mare, che a ben vedere poteva essere evitata.

In quella circostanza il Mose non è stato attivato perché né il Commissario straordinario, né il Provveditorato hanno dato l’ordine di azionarlo, ritenendo, che le previsioni non superassero i 125 centimetri.

L’esperienza ha insegnato e ora le barriere del Mose (acronimo di Modulo sperimentale elettromeccanico, per la difesa di Venezia e della sua laguna), vengono azionate e sollevate non appena l’acqua supera il metro.

Ciò nonostante, vi è un aumento di ore, nell’ultimo anno di acqua alta sopra i 110 centimetri in mare, e ciò induce a non stare in attesa del peggio e a sollevare le 78 paratoie, chiudendo così le tre bocche di porto, e abbandonando i parametri ufficiali indicati per la messa in azione del Mose.

Come ci ricorda la Nuova Venezia oggi, nel 2020 si sono contate 81 maree sopra gli 80 centimetri al 3 dicembre 2020, alla stessa data di quest’anno, se ne erano registrate già 107: ben 26 in più.

L’Ismar – Crn Istituto di Scienze Marine di Trieste in un suo studio rivela i dati dell’andamento dell’Adriatico.
Venezia sta sprofondando, avvertono, spiegandoci che dal 1890 il mare è salito e il terreno è sprofondato: l’acqua è più alta di 30 centimetri.
“Venezia sprofonda. Ma anche l’Adriatico si abbassa, contrariamente agli allarmi d’innalzamento del mare. La ricerca mette in evidenza che il fenomeno d’innalzamento riguarda tutto l’alto Adriatico, sia Venezia sia Trieste.
La differenza fra le due città (e quindi fra le due reazioni) è nel tipo di suolo. In particolare, Trieste è posata su roccia calcarea rigida. Venezia è posata su terreni molli e cedevoli”.
Chi dice che l’acqua alta di Venezia sia dovuta ai soli cambiamenti climatici, secondo il Cnr dà un giudizio incompleto, perché non siamo ancora in possesso dei dati che lo dimostrino.

Di tutt’altra convinzione il Comitato No Navi, che nel suo dossier 2021,” nel cambiamento climatico riconosce una grande responsabilità e se è pur vero che il Mose ha difeso per una ventina di volte la città dalla marea, il Comitato ribadisce che non sono mancate nemmeno le osservazioni sui danni provocati all’ecosistema e alla morfologia lagunare, di cui ancora, troppo poco sappiamo a causa di una colpevole mancanza di ricerca da parte delle istituzioni preposte al tema salvaguardia”.

Il 2021 ha consigliato in ogni caso di attuare la prevenzione e di mettere in azione il Mose, anche quando il rischio appare lieve.
Venezia non sopporterebbe più di essere sommersa dall’acqua e si regola uscendo dalle indicazioni dei parametri ufficiali che attiverebbero il Mose intorno ai 130 centimetri di previsione: secondo scienza e coscienza, sopra il metro s’interviene.
E sotto il metro? Si profila un’area marciana anfibia e destinata a rimanerlo, se non si sperimenterà qualcosa che la protegga.

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