Maltrattamenti ad alunna disabile: le telecamere nascoste mostrano le aguzzine e fanno arrestare
Insulti, rimproveri, urla, minacce e schiaffi, ma anche continue umiliazioni e denigrazioni. Sono i maltrattamenti, documentati da testimonianze, intercettazioni ambientali e immagini riprese da videocamere nascoste, a cui sarebbe stata sottoposta una alunna minorenne e autistica di un Istituto Superiore di Tolentino (Macerata) da parte di un’insegnante di sostegno e di un’assistente che avrebbe dovuto seguire la ragazzina nella comunicazione.
Le indagini, condotte dai carabinieri del Nor di Tolentino sotto la direzione del sostituto Rita Barbieri della Procura di Macerata e con la collaborazione del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Macerata, si sono chiuse con due provvedimenti tutelari a carico delle due donne, poste agli arresti domiciliari da un’ordinanza del gip Claudio Bonifazi. Indagini partite a marzo dalla segnalazione di un’altra docente e dalla direzione della scuola, che hanno portato alla luce un quadro più grave del previsto.
Quando lei cercava di richiamare la loro attenzione, l’avrebbero coperta di offese e bestemmie, anche in dialetto
I carabinieri hanno ricostruito vari episodi da novembre 2021 fino ad aprile 2022 a partire dal fatto che la ragazzina, invece di frequentare le lezioni con i suoi compagni di classe, veniva portata in un’aula separata dove rimaneva sola con la prof e l’assistente. Non avrebbe ricevuto però il supporto didattico e l’assistenza da parte delle due indagate, che in primis l’avrebbero ignorata. Quando lei cercava di richiamare la loro attenzione, l’avrebbero coperta di offese e bestemmie, anche in dialetto, un linguaggio non certo consono a chi deve istruire, hanno fatto notare gli investigatori.
L’alunna era accusata di cattiva educazione e di avere un carattere impossibile. In più di una occasione le avrebbero detto che la sua presenza a scuola era inutile. Secondo i carabinieri ci sarebbero state anche minacce di non farle fare merenda o di gettarle dalla finestra il diario e la gomma da cancellare: episodi avvenuti in almeno una circostanza. Infine varie punizioni: l’obbligo di scrivere la stessa frase fino a riempire una pagina, che poi finiva nel cestino; la costrizione a rimanere in aula quando aveva chiesto di andare in bagno. Tra i rimproveri correnti, quello di non sapere fare cose elementari, o all’opposto, di fingere che avesse alcune difficoltà . E poi colpetti sulla nuca o sul dorso delle mani, mentre eseguiva un compito assegnatole. Sempre nel cestino era finito un biglietto di auguri per la mamma. E, ancora, domande troppo complesse, seguite da frasi di scherno e derisione per le difficoltà di pronuncia, percosse, spintoni, tirate di capelli e colpi di bottiglia di plastica in testa, per avere toccato l’insegnante alla ricerca di attenzione o di affetto, atteggiamenti minacciosi o sprezzanti.
Il reato ipotizzato per le due indagate è maltrattamenti pluriaggravati per aver commesso il fatto approfittando di circostanze di luogo e di persona tali da ostacolare la pubblica e la privata difesa; con violazione dei doveri inerenti ad un pubblico servizio, abuso di autorità e di prestazione d’opera; in danno di minorenni. Potranno dare la loro versione dei fatti e respingere le accuse nel corso dell’interrogatorio di garanzia, oppure avvalersi della facoltà di non rispondere in questa fase.