Una storia delicata che il Natale rende ancora più struggente e che richiama le difficoltà delle coppie separate e dei figli implicati in situazioni difficili di risentimento e solitudine.
Luciano l’ha scritta al Corriere del Veneto la sua odissea, trasferito la sua sofferenza e insieme il bisogno di giustizia, raccontando il suo Natale e quello del figlio, icona di una realtà che sfregia l’atmosfera di beatitudine, spegne le luci e i lustrini della festa e mostra un presepe desolato. Luciano è separato e come molti padri vive in difficoltà economiche, non ha i soldi per comperare un albero e allestirlo, così lo inventa, lo crea con assi di legno e bottigliette di plastica riciclate e colorate.
E’ amareggiato Luciano, la sua non è una lettera scritta per ricevere aiuti economici, ma per sensibilizzare la società sulla condizione di vita dei padri separati, è un grido disperato di un genitore che vorrebbe far felice il figlio in queste giornate dove tutti o quasi si sforzano di esserlo, di dimostrarlo, anche attraverso i piccoli gesti dell’attenzione, del dono, che i bambini amano ricevere e scoprire.
La sua lettera ha ricevuto tante risposte commosse, molti padri separati si sono riconosciuti nella storia di Luciano, hanno offerto aiuti e solidarietà, ed anche tante madri hanno voluto esprimergli la consapevolezza che i bambini dovrebbero essere difesi dalla coppia, lasciare loro l’impressione che ci si può separare con dignità, restando entrambi genitori in grado di offrire motivi di serenità e situazioni dignitose.
Luciano con il suo stipendio non ce la fa a pagare il mutuo della casa dove vive l’ex moglie con il figlio, l’affitto per un monolocale pur modesto per vivere, a conti fatti rimane senza niente.
Il morale di Luciano è a terra e i lettori del Corriere non sono rimasti insensibili, hanno offerto aiuti, doni, e Il Parco divertimenti Gardaland a Castelnuovo del Garda si aprirà per il bambino di Luciano e il suo papà per una intera giornata, tutta offerta con gioia per permettere di vivere la favola della spensieratezza ad un bambino, vittima in fondo della complessa vita degli adulti e delle sentenze dei tribunali.
Andreina Corso
(foto di repertorio)