Colgo lo sguardo, nel passarmi accanto delle due belle e maliarde vigilesse,
ma non le vedo spesso…si, ogni tanto….ma sono loro, son sempre le
stesse.
Ed ogni volta un brivido mi assale; sarà lo sguardo o forse il portamento
che le darà quell’aria un po’ marziale, che mi fa andare via di sentimento.
I loro nomi bramerei sapere per ricamarli entrambi nel mio cuore,
ma come fare…son così severe…forse….con la scusa di un favore….
Chiedendole, facendomi coraggio, il nome di una via o il monumento
di quell’eroe, si, quel personaggio che visse suppergiù nell’ottocento.
Che sia leale chiedere qualcosa solo così, per attaccar bottone?
Meglio sarebbe porgerle una rosa…che forse è la migliore soluzione;
Ma come fare? Non le incontro spesso, e pensare a procurarmi delle rose…
che poi mi porterei sempre d’appresso? Non me ne intendo, io, di queste
cose.
E’ solo un sogno, certo, solo un sogno; con che coraggio mi presenterei…
con che coraggio…io, poi, mi vergogno…già penso alla figura che farei…
Però, a vederle in abiti borghesi ne proverei di certo un altro effetto,
meno altezzose ma anche più cortesi, sfoggiando a tutti il loro vero
aspetto.
E proprio per quell’aria “mascolina” io non le vedo bene coi calzoni…
sarebbero più chic con la tutina, le infradito azzurre o i calzettoni…
Pure la gonna, a metà ginocchio, camuffa ciò che ognuno vuol vedere…
sarebbe meglio, aguzzando l’occhio, due belle minigonne e giarrettiere.
Oppure i leggins con gli stivaloni… o i body ben bombati monospalla,
oppure in shorts con due cinturoni, i foulard ecrù o la pashmina gialla.
Di certo è la fortuna che mi assiste, perché passando in via Torre Belfredo
oggi, nel pomeriggio le ho riviste…son proprio loro…quasi non ci
credo…
Tanta è la timidezza che mi coglie, che non riesco neanche a deglutire
ma resteran le mie, soltanto “voglie” che poi non mi faranno più dormire…
Nel mentre mi passavano d’accanto, sentivo le ginocchia tremolanti
che incerte si piegavano ogni tanto, e fui piegato anch’io, alcuni istanti.
Però, nell’incontrare i loro sguardi pur anche uniti a un timido sorriso,
mi sono detto…forse non è tardi…e prima o poi, io mi sarei deciso…
Seguendole dappresso per un tratto col cuore che mi rimbalzava in petto,
incredulo, rimasi esterrefatto…davvero mi scrivevano un biglietto…
E ogni tanto avvertivo i loro sguardi accompagnati da qualche risatina,
però m’accorsi che s’era fatto tardi e dovevo fare il pieno di benzina.
E tornando alla vettura parcheggiata, col cuore ballerino che “sussulta”
trovai sul parabrezza “la fregata”…non era un bigliettino, ma una multa!
R.B.