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La resilienza dei giovani

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Questa pandemia, arrivata come un uragano pronto a distruggere ogni cosa davanti a sé, oltre ad aver sconvolto e rivoluzionato obbligatoriamente le vite di milioni di uomini, donne e bambini, ha causato delle conseguenze che hanno portato a un mutamento radicale, costringendo la maggior parte delle persone a riprogettare in toto la propria esistenza, a livello lavorativo e non solo, a 360 gradi e irreversibilmente.
Una delle fasce della popolazione di cui si è più discusso e che è stata sine dubio la più soggetta ai cambiamenti radicali di cui si è parlato precedentemente sono i giovani; sarebbe complesso parlare di ciò che è successo a questa fascia in generale e infatti è opportuno fare delle doverose distinzioni.
Si è parlato di giovani in merito a ragazzi e ragazze che si sono trovati da un momento all’altro costretti davanti a un computer, per via della ormai nota didattica a distanza e delle norme di sicurezza chiaramente necessarie, cercando di studiare e di rimanere al passo, dovendo fare i conti però con una situazione molto più grande di loro che li ha costretti a divenire psicologicamente più forti e più maturi in un’età in cui invece le preoccupazioni dovrebbero essere altre.
Senza contare l’assoluta impossibilità di relazionarsi e dunque la costrizione alla solitudine nella propria abitazione che nel peggiore dei casi ha costretto le figure genitoriali a richiedere l’aiuto di professionisti che li aiutassero a uscire da delle situazioni psicologicamente debilitanti.

Successivamente si è discusso di giovani uomini e giovani donne che, affacciandosi al mondo del lavoro e a quello dello studio universitario, hanno dovuto cambiare continuamente prospettiva e occupazione per cercare di seguire la corrente, chi per potersi pagare gli studi chi per cercare di farsi spazio e di creare la propria strada in un momento in cui sembrava non esserci via di uscita per nessuno.
Il vero punto però, su cui forse nessuno si è soffermato abbastanza e che merita di essere ribadito, è la forza e la resilienza disarmanti che hanno permesso a moltissimi giovani di continuare a lavorare sodo per costruirsi il proprio futuro; chi si è trovato a passare mesi, delle volte un intero anno, cambiando più volte lavoro a seconda delle occasioni, dedicando le ore pomeridiane, alcune volte la notte per scrivere la tesi, per sostenere gli esami, per laurearsi dietro un computer, con un mare di lacrime di gioia senza fine e allo stesso tempo di sfinimento, sentendosi quasi in colpa a festeggiare un traguardo così importante in un momento di così grande sofferenza.
Ci sono ragazzi/e che si sono laureati e qualche mese e alcune volte qualche settimana dopo si sono trovate già in un reparto ospedaliero, in prima linea, a fare i conti con il dolore, con la morte, saltando a piè pari il processo graduale che dovrebbe accompagnare un neo laureato e un lavoratore alla crescita lavorativa e personale ma tutto ciò non ha fermato questi giovani che si sono rimboccati le maniche e hanno dato tutto, con sudore e determinazione, per portare un piccolo contributo alla lotta contro questa tragedia.

Dunque è senza dubbio vero che questa pandemia ha rivoluzionato per sempre la vita di ognuno di noi, basti pensare ai cambiamenti lavorativi e all’introduzione di nuove modalità, definite “Smart”, che ora sembrano essere persino migliori di quelle “normali” a cui eravamo abituati, un esempio per tutti la modalità a distanza che ha contraddistinto non solo il mondo del lavoro ma anche quello dell’istruzione e che ora permette di svolgere comodamente moltissime attività a distanza.

Il cambiamento però più significativo e più importante non è avvenuto all’esterno ma all’interno di tutti noi; la sofferenza, il dolore, la disperazione che tutti, in maniera differente, hanno vissuto, hanno modificato il nostro modo di vivere e di vedere le cose portandoci a riprogettare le nostre vite e allo stesso tempo a comprendere quanto prezioso fosse tutto ciò a cui eravamo abituati; poter crescere con la propria famiglia, con i propri nonni, poterli abbracciare, poter vedere degli amici, nulla è rimasto scontato e mai lo sarà più.

Alessia Tosi

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