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La curva dei contagi «è lieve». Zaia: «L’ordinanza resta nel cassetto»

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I contagi aumentano in Veneto, sono 1426 in più nelle ultime 24 ore, eppure l’ordinanza annunciata dal presidente Luca Zaia, un intervento “leggero” di chiusura, non sarà pubblicato e nemmeno è stato spiegato. Lo tengo nel cassetto – dice Zaia – in attesa che nel nel fine settimana, come pare, il governo intervenga con i suoi provvedimenti. Non vorremmo sembrare non corretti o creare confusione nei cittadini», dice venerdì a Marghera. Il governo regionale aspetta perciò le mosse di quello nazionale per muoversi a sua volta. Rispetto alle scelte di altre regioni, il Veneto per ora è distante. Lo dice il governatore. A cominciare dall’autocertificazione per spostarsi tra regioni, finendo con la didattica a distanza nelle scuole.

La curva dei contagi

Zaia mostra un andamento della curva dei contagi che non si alza in modo rapido. «Quella era la situazione che abbiamo registrato tra il 13 e il 29 marzo. Ad oggi, e sottolineo oggi, rimanendo su questi dati fino a novembre la situazione potrebbe rimanere quella attuale».

Rispetto a giovedì ci sono 647 isolati in più, 600 ricoveri, 70 i critici e sono morte 7 persone in regione. Non sono al momento le terapie intensive a preoccupare ma i posti letto occupati in aree non critiche. Sono 8 mila posti in tutti gli ospedali in Veneto. Le terapie intensive hanno una curva di crescita più piatta delle prime infezioni di marzo, se non cambia direzione è una curva che cresce lentamente. «Stamattina – afferma Zaia – abbiamo chiesto alla Prevenzione di disegnare le fasce di soglia critica per ogni provincia, anziché averle solo regionali».

Tamponi rapidi

Ci sono 105 punti di accesso al tampone rapido nelle Ulss, almeno uno per provincia, cui si accede in quanto casi sospetti di positività al virus, per contatto o contatto stretto con altri contagi o per ricetta medica. «Abbiamo chiesto al ministro Speranza di rivedere il piano di sanità – dice il presidente – anche per quanto riguarda la app regionale: Zero Covid Veneto, dove oltre alla privacy conta la capacità di poter mettere a disposizione dati per la sicurezza dei cittadini. Ad oggi, con 1500 positivi, «se ognuno si trascina una ventina di contatti cioè colleghi, sport, famiglia, arriviamo a 30 mila tamponi necessari al giorno. Chiedo ai medici di base di mettersi a disposizione per lo screening e al governo che, alla luce della necessità di questa diagnostica, ci siano ulteriori misure per rafforzare centri di analisi e gruppi di esperti per eseguire i tamponi». Stanno per entrare in azione in tutta Italia 200 squadre dell’esercito per il testing, «lo abbiamo appreso alla riunione di stamattina, venerdì 23 ottobre, con la protezione civile nazionale», annuncia il governatore del Veneto.

Scuole

a fronte dei 707.814 mila studenti veneti, dall’infanzia alle superiori, abbiamo avuto 697 scuole con almeno un caso di positività: lo 0,12% regionale con 835 studenti positivi sui settecentomila. Tra gli operatori, 167 positivi su 95 mila: sono lo 0,17%, mentre gli studenti in quarantena sono 6551. Le palestre e i centri natatori per Zaia: «in Veneto si sono adeguati alle linee guida, noi non li mettiamo in discussione».

Antonella Gasparini

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