Affari, interessi, mercimonio avvinghiano Venezia.
Ora è la volta del prestigioso palazzo storico “Ca’ Sagredo“.
Il meraviglioso edificio, con vista sopra le gondole di Santa Sofia, aveva subito un ampliamento verso la metà del Quattrocento, e fu completamente restaurato al suo interno nel Settecento.
Fu durante questa ristrutturazione che venne allestito il grande salone, impreziosito da decorazioni e affreschi di Pietro Longhi, da dipinti di Sebastiano Ricci, e da una porzione di Gianbattista Tiepolo.
Da poco acquisito e convertito in hotel a cinque stelle – nonostante le vibranti opposizioni di associazioni come “Italia Nostra” contro la svendita della città in favore di un’ammucchiata di poli alberghieri – aveva appena visto la sua apertura e già passa di mano.
La nuova società proprietaria si trova ora a gestire 46 neonate camere, di cui molte con vista sul Canal Grande.
Intanto continuano le polemiche. Non tanto nei confronti degli imprenditori che fanno il loro lavoro, bensì nei confronti di un’amministrazione che concede le variazioni d’uso di palazzi storici a concessioni alberghiere chissà in virtù di quali logiche e interessi.
( [pubblicata il 05/02/2008] )