Nicolas Lecumberri, 23 anni, spagnolo, a metà pomeriggio di mercoledì entra in una stanza dell’Ufficio prevenzione generale della questura. I poliziotti si soffermano sulle sue mani: «Poggia la mano sul tavolo». Foto. «Ora la sinistra». Foto. Le immagini sono atti di inchiesta: lividi e tagli sulle dita, nocche arrossate. Quei segni possono essere le tracce che provano le sue aggressioni a passanti.
Nicolas Orlando Lecumberri sarebbe responsabile di almeno 10 aggressioni in 19 giorni, ma altri casi sono sotto esame. Tutte vittime incontrate per caso, tutti ragazzi, approcciati con educazione con la richiesta di indicazioni stradali e poi assaliti improvvisamente. «Chiedevo informazioni in strada e me le davano sbagliate. Mi prendevano in giro». Non ci crede nessuno. Molto più probabile che il copione appartenga al maledetto gioco dei teppisti da strada che vincono se stendono una persona (donna, uomo, ragazzo, vecchio, è indifferente) con un pugno al volto.
Knockout game, questo il nome del motivo delle aggressioni. Lo chiamano gioco, ma gioco non è. Si tratta di violenza pura con uno schema importato dagli Usa che ha fatto proseliti anche da noi. (Nella foto di repertorio qui sopra una ragazza rimasta svenuta a terra dopo essere stata colpita).
Nicolas Orlando Lecumberri ora è stato stato arrestato con l’accusa di aver aggredito negli ultimi 15-20 giorni diversi passanti, a Milano. Lo ha comunicato la Polizia di Stato.
Si tratta di uno spagnolo di 23 anni, ora accusato di lesioni aggravate con l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi. Il giovane è stato arrestato ieri dopo l’ultimo episodio, per altri nove episodi è stato al momento denunciato.
Il giovane fermato è un noto dj, che si era anche esibito a Milano di recente. E’ nato a Barcellona, in Spagna, e vive a S.Sebastian. In qualche modo era davvero un turista, dato che soggiornava in ostelli del capoluogo lombardo, anche se per lavoro.
Sarebbe un estimatore del cosiddetto ‘Knockout game’ il ‘gioco’ apparso negli Usa in cui si aggrediscono persone a caso, senza un motivo, per strada per mandarle K.O. . Di certo c’è che durante gli interrogatori non ha offerto grande collaborazione: mostrava di essere annoiato, di non essere interessato alle procedure.
Mario Nascimbeni | 29/07/2016 | (Photo d’archive) | [cod kogame]