Isole di Venezia all’asta: quale domani per le isole di Ca’ Roman e di San Secondo?
Da Omero a Shakespeare, l’isola assume un valore di inestimabile significato poetico e storico, l’isola è quel luogo circondato dall’acqua, che raccoglie destini, storie personali e collettive.
A Venezia le isole hanno rappresentato anche separatezza dalla città, spesso adibite ad ospedali e luoghi che hanno circoscritto le malattie e emarginato le fragilità, hanno nel tempo cambiato volto, diventando hotel, ristoranti di lusso e centri culturali (San Clemente e San Servolo, ne sono esempio eclatante).
Ed ecco che ci risiamo, cosa diventeranno e proprietà di chi, l’isola di San Secondo, ai lati della ferrovia e di Ca’ Roman, vis a vis di Pellestrina, oggi dentro un bando che le ha messe “in affitto?”.
Ed eccole apparire dentro un bando di gara che investe in Italia 17 beni demaniali. La ministra della Difesa Roberta Pinotti, l’ha presentato a Civitavecchia sulla nave scuola Amerigo Vespucci, affiancata da Pier Paolo Beretta, sottosegretario all’Economia e dal direttore dell’Agenzia del demanio, Roberto Reggi.
Le due isole, oggi sostanzialmente abbandonate e degradate potrebbero essere concesse in affitto dai sei ai cinquant’anni, in cambio della loro riqualificazione. Inusuale il metodo, infatti non ci sarà base d’asta e l’offerta sarà libera, purché la domanda sia presentata, con tutti i crismi della correttezza, entro il 29 dicembre 2017.
Il bando, all’interno del progetto ‘Valore paese fari’, dovrebbe premiare le programmazioni capaci di restituire vitalità alle due isole, più che l’offerta economica, varrà, quale criterio di aggiudicazione, la forza delle idee, che in ogni caso dovranno rispettare alcune indicazioni precise.
Cultura e ricerca scientifica, didattica e ricreativa (ed eventuale foresteria. . .), queste le indicazioni di norma. Qualche perplessità e timore genera la cosiddetta ricettività, che oramai è diventata una realtà predominante, sono in molti a temere che diventi tutto il territorio comunale, Venezia, Mestre, Lido, Isole, un’occasione di affitto senza fine, ma si spera che chi valuterà le offerte, possa tener conto anche della Scuola, dell’Università, dell’Ambiente, dell’Artigianato, della Cultura, ampliando zone e significati che per troppi motivi a carattere turistico – economico, sono ai margini delle programmazioni politiche.
Timori giustificati dalla storia di un bando recente di Valore Paese. Il faro Spignon, piccola isola adiacente alla bocca di porto di Malamocco, è stato assegnato ad un gruppo tedesco che ha progettato un albergo di lusso, lasciando con il cerino in mano l’Assonautica, che si riprometteva di assoggettare l’isola ad un progetto di pesca e turismo, in una visione nuova, di apertura naturalistica.
Le prossime assegnazioni riveleranno la filosofia delle scelte.
Andreina Corso