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Internet più lento? La rete è sotto pressione: siamo tutti a casa

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Internet è più lento del solito? Avete riscontrato un rallentamento sulla velocità consueta del flusso che arriva dal vostro modem/router come è successo a me? E’ perché siamo tutti a casa e il sistema-rete è messo sotto pressione da noi e da tutti gli altri utenti. E poi tutti noi, nel nostro piccolo, siamo ‘connessi’ con un’infinità di congegni. Non ci pensiamo quando tutto va bene. Non ci pensavo neanche io, me l’ha fatto notare mia figlia molto più giovane di me: “Per forza papa’, la gente è tutta a casa, cosa vuoi che faccia? La rete è sovraccarica”.

Beata gioventù che a volte ti spara perle di saccenza che ti lasciano con l’espressione della mucca che vede passare il treno. Ma io, che sono di un’altra generazione, voglio vedere con i miei occhi.

Se ne avete voglia, fate la prova anche voi, c’è da restare basiti: sul pannello di verifica delle impostazioni del modem ci sono i dispositivi collegati: avevo 38 dispositivi connessi! “Ma è pazzesco, ma se ho solo il telefonino attaccato al wi-fi?”
(categoria “virus cinese”)

Non è così. Ognuno di noi, infatti ha, mettiamo, uno o più telefonini. La moglie e magari uno o più figli hanno il cellulare e tutti loro, sebbene appoggiati sul tavolo o in tasca, stanno scambiando dati con il modem. Poi ci sono i tablet, forse gli smartwatch, ci sono magari i videogame per giocare in rete, le smart tv e magari pure altri dispositivi per guardare Netflix o Sky, certamente in HD e forse in 4K. Per non parlare di chi ha già elettrodomestici domo-collegati alla rete di casa, magari antifurto wi-fi, perché no? Persino caldaie e impianti di condizionamento… Per ultimo: cosa fai a casa? Vuoi non fare videochiamate ai parenti o parlare con Skype per lavoro o con gli amici?

L’allerta è stato ripreso oggi anche da beppegrillo.it: “Stiamo mettendo a dura prova l’infrastruttura a banda larga, le persone di tutto il mondo si rivolgono allo streaming HD e ai giochi online per passare il tempo”, scrive il sito.

“Ma tutto questo potrebbe far cedere la rete, e non solo in Italia” recita l’articolo.

Più persone a casa significa più persone online, ma soprattutto, contemporaneamente. Ed è quest’ultima parte quella ad appesantire di più la rete. I video in streaming o le teleconferenze sono costituite da piccoli pacchetti di informazioni. Questi pacchetti devono trovare la strada lungo i cavi in rame e in fibra ottica su grandi distanze. Più pacchetti di streaming provano a fare il viaggio in una volta, più congestionato è il percorso e più lento è il tempo di arrivo”.

Un team ha esaminato le prestazioni di Internet e ha osservato i cambiamenti nella latenza di Internet tra il 12 e il 13 marzo, periodo in cui diversi paesi tra cui Francia, Spagna e Italia sono entrati in misure restrittive di isolamento imposti dal governo, rispetto al 13-14 febbraio. Sebbene i valori possano sembrare relativamente piccoli, come il 3% o il 7%, una differenza del genere è tutt’altro che normale e indica che molti utenti stanno probabilmente sperimentando una congestione della larghezza di banda.

Infine l’articolo lancia un monito allarmante: e se la rete cedesse?

Al momento siamo lontani da una situazione di crash. Gli intasamenti, ‘speed-test’ alla mano, causano rallentamenti di una percentuale di velocità in meno che va dal 10 al 20% o poco più, a seconda della zona e del traffico in quella zona. I grandi provider, inoltre, stanno correndo ai ripari rinforzando linee e ripetitori, ma anche provvedendo a diminuire la qualità dei video per alleggerire gli streaming.

Internet non cederà: in Cina, nei momenti peggiori dell’epidemia, si è riscontrato lo stesso fenomeno. Con il ritorno alla normalità e il diminuire delle misure di isolamento internet è tornato alla sua velocità normale.

Insomma, non prendetevela se l’eroe del vostro film si muove a scatti, se la voce dell’amico collegato pare quello di un robot, se qualche volta un sito sembra non caricarsi, se Facebook non prende subito il ‘mi piace’, pensate che anche il vostro vicino è nelle medesime condizioni. Ma soprattutto pensate che presto torneremo a passeggiare tra gli alberi o a prendere il sole. Altro che internet.

Paolo Pradolin

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