Inail Veneto, nel 2010 in calo gli infortuni. Le denunce di infortunio presentate nel 2010, rispetto al 2009, registrano un calo di 2.233 infortuni (da 89.422 a 87.189), pari circa al 2,5% in meno. Gli infortuni mortali sono passati da 79 a 82, di cui 37 collegati al rischio strada; fra questi ultimi 18 sono avvenuti in itinere, ossia nel tragitto casa – lavoro. Degli 87.189 infortuni, 63.215 hanno riguardato gli uomini e 23.974 le donne. Le denunce di infortunio presentate nel 2010, rispetto al 2009, registrano un calo di 2.233 infortuni (da 89.422 a 87.189), pari circa al 2,5% in meno. Gli infortuni mortali sono passati da 79 a 82, di cui 37 collegati al rischio strada; fra questi ultimi 18 sono avvenuti in itinere, ossia nel tragitto casa – lavoro. Degli 87.189 infortuni, 63.215 hanno riguardato gli uomini e 23.974 le donne.
I dati sono stati resi noti dall'Inail del Veneto. La flessione è significativa perché segue ad un anno di eccezionale calo del fenomeno quale è stato il 2009 (circa il 10% in meno sul 2008 a livello nazionale ed in Veneto oltre il 14% in meno rispetto all'anno precedente). Anche il dato nazionale ha registrato una riduzione degli infortuni dell'1,9%, passando da 790.112 a 775.374, mentre per gli infortuni mortali in Italia si è passati da 1.053 a 980.
Analizzando i settori economici, sia nel settore delle industrie manifatturiere che nel commercio si è registrata una riduzione degli infortuni di circa il 3,5%. Il settore delle costruzioni, che continua ad essere uno dei più rischiosi, segnala una riduzione del 10% (da 8.862 a 7.930), con 20 casi mortali. Gli infortuni riguardanti gli extracomunitari in Veneto sono stati 18.480 (51.517 a livello nazionale) e 13 gli infortuni mortali (a fronte dei 138 dell'Italia). Da registrare il fenomeno delle Malattie Professionali emergenti, in particolare osteo-articolari e muscolo-tendinee (1063 su 2133 denunciate nell'Industria e Servizi e 112 su 53 complessive in Agricoltura) a fianco di quelle tradizionali come le ipoacusie e le malattie da asbesto. I dati – secondo l'Inail – confermano che non si può abbassare la guardia; al contrario è necessario un maggiore impegno, come richiamato negli appelli alla coscienza di tutti da parte del Presidente della Repubblica.
[23 Novembre 2011]
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