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Il ricordo dell’amore, il libro di Aminatta Forna sulla guerra in Sierra Leone

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Quanto è stato complicato raccogliere le informazioni riguardo la condizione, in particolar modo quella psicologica, degli abitanti della Sierra Leone?
Sono arrivata in Sierra Leone anni dopo la fine della guerra, come è accaduto a molti altri di noi che avevano deciso di vivere altrove. Siamo tornati indietro per aiutare le nostre famiglie. In questo modo ho potuto tastare con le mie mani l’entità del trauma, sia dal punto di vista fisico che mentale. Il villaggio della mia famiglia si è trovato dietro le linee del Fronte Rivoluzionario Unito e si trovava vicino alla sede del Fronte a Makeni. Mia madre adottiva ha vissuto sia l’invasione di Freetown ed è stata anche un rifugiato in Gran Bretagna (rimanendo a vivere con me). Ho raccontato la storia della guerra e del mio ritorno, nel mio libro di memorie The Devil that Danced on the Water. Ho passato molti mesi in Sierra Leone per scrivere quel libro e anche quello successivo, Le pietre degli avi (Feltrinelli, 2007), così avevo molto materiale su cui lavorare. Ho osservato, ho intervistato le persone. Esse non avevano voglia di parlare della guerra, anzi non vedevano l’ora di lasciarsela alle spalle. Ma volevano anche che la loro storia venisse raccontata, così decisero di parlarmi di quello che avevano vissuto. Ho letto molto riguardo al Disturbo Post Traumatico da Stress e una volta che mi trovavo a Freetown, venni introdotta al dottor Edward Nahim, uno psichiatra della Sierra Leone. Mi ha spiegato di questo disturbo e mi ha dato la possibilità di andare a visitare l’ospedale psichiatrico a Kissy. Devo moltissimo a lui, mi ha spiegato tutto quello che c’era da sapere a riguardo.

Cosa l’ha colpita di più quando ha visto in prima persona i danni causati dalla guerra?
Il paese che conoscevo, non esisteva più, i palazzi e le strade erano bruciate e sventrate. Ma dovunque andassimo, c’erano persone che stavano ricostruendo le proprie case, che sistemavano i tetti, che fabbricavano mattoni. Mi ha colpito la capacità degli abitanti della Sierra Leone di sopravvivere, il coraggio di perseverare. Abbiamo un detto in Sierra Leone ‘I fall down, I stand up again’ (se cado, mi rialzo di nuovo). La guerra ha messo al tappeto le persone, ma ora sono già in piedi.

E’ stato difficile trasportare su carta le emozioni e le sensazioni, sperimentate in Sierra Leone?
Sono una scrittrice. Questo è quello che faccio. Non è mai facile. In tutti i miei libri ho cercato di scrivere qualcosa che riuscisse ad arrivare anche a tutte quelle persone esterne che non hanno mai sperimentato la guerra e il terrore.

Molte volte si ha la sensazione che i personaggi si fondino l’uno nell’altro, che diventino quasi la stessa persona. In particolare questo accade con Adrian ed Elias. E’ stata una scelta voluta? E cosa rappresentano per lei i due personaggi?
Adrian ed Elias? Nessuno me lo aveva mai detto prima. C’è qualche fusione: Julius ed Elias, Kai e Mamakay. I significati, però, sono diversi in ciascun caso. Elias è invidioso di Julius e vorrebbe essere come lui, quindi inizia ad impossessarsi di alcune delle sue caratteristiche – almeno quelle fisiche. Kai e Mamakay la pensano allo stesso modo, sulle esperienze e sul vedere il mondo. In questo senso sono entrambi delle anime gemelle, ma è anche quello che rende loro difficile stare assieme. Mamakay trova pià facile stare con Adrian, che non ha le stesse esperienze che lei ha. Adrian rappresenta l’outsider, in qualche modo il lettore che non sa niente di guerra o della politica d’oppressione. Elias, invece, rappresenta la coscienza della sua generazione, che ha ereditato una nazione indipendente da poco.

Crede che bisognerebbe rimuovere il passato per sopravvivere o, fare come fa Elias, e rivivere tutto attraverso il racconto e sentirsì così, finalmente liberi?
A livello nazionale, non credo che la rimozione del passato possa aiutare. Ma devi essere chiaro su cosa si intende per passato. Elias sta riscrivendo il passato. Questo è ciò a cui dobbiamo stare attenti.

Sara Prian

[21/05/2014]

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