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Trento, il padre ha ucciso i due figli piccoli a martellate. La mamma rincasa e si trova davanti l’orrore

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Loro, le due vittime incolpevoli di questa storia di aberrazione di adulti, sono due bambini di due anni e mezzo e quattro anni uccisi dal padre a martellate, prima di essere accompagnati a scuola. Poi la fuga in auto dell’uomo, il salto nel vuoto da una parete di montagna e il suicidio. Infine il ritorno a casa della madre che sconvolta ha trovato i corpi martoriati dei figli. Questa la successione di una tragedia familiare che ha sconvolto Trento.

Un martello preso dal garage. Poi l’infanticidio. Colpi sferrati su due dei suoi tre figli, bimbi di quattro e due anni. La terza, la più grande, 13 anni, è sfuggita al massacro perché era in gita in Spagna con i compagni di classe. Quel che è successo glielo ha detto per telefono la mamma: «Tuo papà ha ucciso i tuoi fratellini».

Non c’è ancora un perché in questa tragedia avvenuta ieri in un attico signorile di Trento, in un orario imprecisato che va dalle sette e trenta alle dieci. L’uomo che ha ucciso i suoi figli è un promotore finanziario di 43 anni, originario di Roma ex carabiniere, sposato con una coetanea del Trentino — laureata in veterinaria e informatrice farmaceutica — conosciuta nella Capitale. L’ex militare aveva un tenore di vita altissimo, ma non era più in grado di assicurarlo alla moglie, ignara del dissesto finanziario nel quale il compagno arrancava da qualche mese. Da due anni si erano trasferiti in un attico assai lussuoso nella zona residenziale delle «Albere».

Un acquisto immobiliare ancora da ultimare. Alla moglie aveva raccontato che ieri avrebbero avuto un incontro dal notaio per perfezionare il rogito. Invece quello che era previsto era lo sfratto esecutivo per morosità. Potrebbe essere questo il «corto circuito» che ha portato all’esplosione di violenza, questa l’origine di quei «problemi economici» evocati dagli inquirenti. Anche se almeno per il momento gli investigatori — l’inchiesta è affidata alla squadra mobile diretta da Salvatore Ascione e coordinata dal pm Pasquale Profiti — non pensano all’ipotesi della premeditazione.

Teatro del duplice omicidio un appartamento di un modernissimo stabile in via della Costituzione, a pochi metri dal Museo delle Scienze, nel nuovo quartiere delle Albere progettato dall’architetto Renzo Piano. La madre dei bimbi, Sara, è tornata a casa all’ora di pranzo ed entrata in soggiorno ha fatto la scoperta: Alberto e Marco in un lago di sangue.

Lanciato l’allarme, le forze dell’ordine si sono messe subito alla ricerca del marito della donna, Gabriele Sorrentino, 45 anni, operatore finanziario con un passato da carabiniere, prima nel Comando di Riva del Garda poi come aspirante elicotterista a Bolzano. In breve tempo è stata
trovata l’auto dell’uomo, parcheggiata vicino all’hotel Panorama, a Sardagna, sobborgo di Trento che sovrasta la città e si raggiunge in funivia. In fondo ad un dirupo roccioso il corpo senza vita di Sorrentino.

All’origine di questa tragedia potrebbe esserci proprio il movente di tipo finanziario. E’ questa la pista principale che seguono gli inquirenti, ha detto il sostituto procuratore di Trento Pasquale Profiti. “Si ipotizza che Sorrentino potesse avere difficoltà di carattere economico. D’altra parte nessun biglietto o altra indicazione scritta è stata trovata sulle motivazioni del gesto”, ha sottolineato il magistrato. “Non ci sono stati tentativi di inquinare la scena del delitto. La moglie – ha aggiunto – era uscita di casa come tutte le mattine. L’uomo svolgeva delle attività finanziarie in casa ed era normalmente là con i figli quando la moglie non c’era”. Non si sa ancora se i piccoli si siano accorti di che cosa stava loro accadendo. Sarà l’autopsia a chiarirlo”.

C’è incredulità fra i residenti del nuovissimo quartiere delle Albere, ancora poco abitato ma comunque molto frequentato da turisti e studenti grazie alla nuova biblioteca centrale universitaria. “Il padre dei due bimbi mi aveva detto pochi giorni fa che stava per firmare il rogito, se uno decide di acquistare casa dovrebbe essere una persona equilibrata e normale”, dice un vicino. “Non avrei mai pensato che Gabriele avrebbe potuto fare una cosa del genere, sembravano una famiglia da pubblicità in tv. Lui sembrava una bellissima persona che adorava i suoi bambini”.

Per il vescovo di Trento, Lauro Tisi questa “è una tragedia familiare, con il suo indicibile carico di dolore, che toglie il respiro”.

M.N.

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