“Il governo ha deciso per l’introduzione del Green pass e ne abbiamo preso atto. L’osservanza dell’obbligo di avere con sé il certificato è, prima di tutto, atto di responsabilità della singola persona che, per esempio, va a consumare al tavolo, al chiuso, di un bar o ristorante. Dall’altra parte, l’onere del controllo è un’incombenza che rischia di gravare pesantemente sul lavoro ordinario”.
“Un’attività ispettiva di natura sanitaria non dovrebbe spettare a un commesso o a un cameriere. E non è possibile neppure sotto il profilo dell’organizzazione aziendale: forse bisogna assumere una persona solo per andare a vedere il certificato in formato cartaceo o sui supporti digitali? E chi la paga, tanto più dopo le perdite di fatturato patite per la pandemia, dopo un anno e mezzo di chiusure?”.
Confcommercio unione Metropolitana di Venezia e Rovigo
il Presidente
Massimo Zanon
Domando al zanon: se su un locale si presenta una persona sporca e mal vestita ma vaccinata, questa persona è accettata? invece se una persona ben vestita e pulita si presenta ma è portatrice di malattie, è accettata? la seconda sì perchè non è visibile il suo stato di salute, mentre la prima nò perchè visibile solo il suo aspetto esteriore. Con buona pace del zanon, se decido di andare a pranzo in un locale e non mi si chiede il greenpass, giro i tacchi e me ne vado, lì dentro possibile la presenza di ammalati Covid.
Chi non metterebbe a disposizione una parte del suo tempo (dopoutto lo fa per finalità economiche) per salvare vite umane? Riflettano i commercianti. DEVONO SALVARE VITE UMANE PRIMA DEL LORO INTERESSE !!!!!