Navi e Porto: bisogni impigliati.
Nemmeno un ragno avrebbe potuto tessere così bene la tela, dove sono rimasti impigliati i promotori delle due manifestazioni che si svolgono oggi a Venezia: La Comunità portuale veneziana e il Comitato Venezia Lavora s’incontreranno alle 16.00 in riva degli Schiavoni, zona Hotel Danieli. Il Comitato No Grandi Navi, alla stessa ora, alle Zattere. Oltre ai partecipanti, le barche costeggeranno le rive delle Zattere e San Zaccaria per solidarizzare con i manifestanti.
Nella visione d’insieme si colgono, si affermano e talvolta si confondono le legittime ragioni dello scendere in campo, in acqua, perché non si tratta di due mondi separati ma legittimati a ricevere spiegazioni da chi, Governo e Porto, ha trascurato fino all’esasperazione i problemi di questa città, ignorando le istanze ambientaliste e non provvedendo a organizzare modalità lavorative soddisfacenti per gli addetti portuali.
Il popolo dei No grandi Navi, vasto e convinto sarà alla Zattere alle 16.00 perché un’ora dopo uscirà dalla Marittima la prima nave crociera Msc orchestra, dopo il lungo periodo Covid, la cassa integrazione e il vuoto occupazionale, evento che gli operatori addetti hanno accolto con molta soddisfazione e che risponde al bisogno ineludibile di poter lavorare.
Un corteo di barche accompagnerà la nave dal canale della Giudecca fino a San Marco, mentre la riva San Basilio sarà occupata da tavoli di legno coperti con teli colorati e debitamente distanziati, imbanditi a festa, per accogliere i veneziani, e chi ama la città, per valorizzare la convivialità e l’appartenenza ideale a un modello di città che difende la sua laguna, il suo diritto a viverci, il suo ambiente, il lavoro, mentre incalza nuovamente il rischio di un rinnovato e problematico turismo di massa e le navi continueranno a transitare in laguna.
La tela del ragno ha catturato l’evidenza che mentre il Governo e il Porto avevano annunciato un bando per la realizzazione di un terminal fuori della laguna e assicurato ‘mai più grandi navi a Venezia’, mentre i tempi si allungano e con essi i problemi, sono riusciti, grazie all’immobilismo e all’incapacità di scegliere, a mettere in conflitto, senza però riuscirci, quelle che vengono lette come parti separate della città, che invece è una sola.
L’hanno spiegato gli ambientalisti, che non sono contro il lavoro e i lavoratori che non sono contro gli ambientalisti, si sono parlati, confrontati. Ognuno riconosce all’altro i giusti motivi del contendere, per i portuali, sarebbe lo stesso lavorare all’esterno della laguna, purché si lavori. Non c’è accanimento in questo senso, non c’è, non ci sarebbe, il fronte del porto a sfidare gli ambientalisti. Non è una questione di tifoseria e neppure una gara.
E i No grandi Navi aspirano a una coesione usurata da oltre dieci anni di attesa di una soluzione sempre delusa per una città, Venezia, che non si arrende, non tanto perché vuole vincere, ma perché non ci sta che nella tela del ragno rimangano impigliati i soggetti deboli, coloro che pur lottando, rivendicando, non possono decidere. E che alla fine li si metta in una zona d’ombra di uno scontro che in realtà non c’è e se si manifesta è solo in (non) virtù di bisogni ignorati, che richiedono ascolto e responsabilità.
Andreina Corso
Vergognoso questo ritorno!