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Gloria Guida, il sogno biondo di una generazione

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gloria guida edizioni foglio letterario

Dedicato a tutti quelli che negli anni ’70-’80 erano dei ragazzini, dei sedicenni emozionati ed eccitati di fronte al grande schermo, dove una ”liceale” come l’attrice Gloria Guida vestiva, o meglio svestiva, i panni di una ragazzina che riusciva ad irretire i professori e i compagni di classe, nonché l’autore del libro a lei dedicato, il giornalista e scrittore, Gordiano Lupi.

Gloria Guida, il sogno biondo di una generazione (Edizioni Il Foglio Letterario, pp.260 – €15,00) non è semplicemente una biografia (autorizzata dall’attrice), bensì un percorso a ritroso fatto di schede di film, recensioni, documenti di censura, fotografie e soprattutto le analisi dettagliate dei film, che l’hanno resa, prima una lolita, poi una donna, così popolare.

Musa ispiratrice di un regista del calibro di Quentin Tarantino, anche Gordiano Lupi ne è rimasto folgorato, tant’è che qualche anno fa aveva già realizzato un ebook intitolato ”Gloria Guida – La Marilyn Monroe degli anni ’70” e questo libro rappresenta una sorta di coronamento di un progetto definitivo, arricchito ed arrivato ora su carta.

Sfidando le femministe degli anni Settanta, disinibita ed ingenua, il nome e il corpo di Gloria Guida iniziarono a comparire al cinema diventando in poco tempo i tratti distintivi dei cosiddetti B movies all’italiana. Prima che il marito Johnny Dorelli e la figlia Guendalina la sottraessero al grande schermo, per gli amanti del genere, la Guida fece sognare con il suo corpo ma non solo, anche con quegli occhi dolci e accattivanti.

Amore cinefilo e trasognatezza per lei si sprigionano fin dai primi capitoli, dove le pellicole sexy (per un totale di ventisette), rivivono per immagini e sequenze, dimostrando il loro successo di pubblico, pesantemente criticate invece dagli addetti ai lavori, valutate una massimo due stelle da ”giudici inflessibili” come Paolo Mereghetti, Morando Morandini o Marco Giusti.

Ciò che si comprende da quest’analisi minuziosa dei film è che la ragazzina spiata dai buchi della serratura mentre faceva la doccia, acquistò sempre più spessore, dimostrando, oltre ad avere un corpo perfetto, anche una testa, in grado di prestarsi e cavarsela egregiamente anche in ruoli ben diversi (es. Indagine su un delitto perfetto), mai abbandonando il suo primo amore: il canto.

”Il sogno biondo di una generazione”, è quindi il riassunto perfetto di ciò che la Guida rappresentò e rappresenta e nonostante sia riuscita a recitare con registi del calibro di Steno, Risi e Corbucci, sono i drammi erotici e le commedie degli equivoci ad averla resa celebre, Lupi lo sa e con il suo stile oggettivo non risparmia critiche, anche negative, oltre che elogi, a quei film che peccavano forse di poca originalità e qualità nella sceneggiatura, ma fanno pur sempre parte della Storia del cinema nostrano.

Alice Bianco

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