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Gli infermieri? Cercheremo di prenderli in India. Il ministro: “Sono ben formati”

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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) è una delle principali leve per la ripresa economica del nostro Paese, e la sanità non fa eccezione. Tuttavia, al momento, sembra che i fondi destinati a questo settore non siano ancora stati spesi. Secondo il Ministro della Sanità, Orazio Schillaci, questa situazione è del tutto normale poiché i finanziamenti per la sanità sono progettati per essere utilizzati a partire dal 2024.

In un’intervista rilasciata a La Repubblica, il Ministro Schillaci ha spiegato che, nonostante i fondi non siano ancora stati erogati, il settore sanitario ha raggiunto tutti gli obiettivi previsti per quest’anno. La Corte dei Conti ha riconosciuto che i bandi non sono ancora stati avviati, il che spiega il ritardo nell’effettiva spesa dei fondi. Nel frattempo, il Ministero della Sanità sta svolgendo un ruolo di controllo sulle Regioni per garantire che rispettino i tempi previsti. Il Ministro ha annunciato che a breve convocherà tutte le Regioni per un’approfondita valutazione della situazione.

Il Pnrr è stato concepito principalmente per investire nelle infrastrutture sanitarie, e non è facile apportare modifiche a tale pianificazione. Tuttavia, il Ministro Schillaci ha dichiarato che cercherà di trovare una soluzione anche per destinare una piccola quota dei fondi al personale sanitario. In particolare, ha evidenziato la carenza di infermieri in tutta Europa e ha suggerito la possibilità di stipulare accordi con Paesi extraeuropei, come l’India, che dispone di professionisti già ben formati nel campo sanitario e con una conoscenza approfondita della nostra lingua.

Il problema della carenza di medici, secondo il Ministro, è più specifico e riguarda alcune specializzazioni, come il pronto soccorso, che non risultano attrattive per i giovani professionisti. Tuttavia, il Decreto 34 ha introdotto misure volte a rendere questo tipo di lavoro più remunerativo e meno gravoso.
Inoltre, è evidente la mancanza di una rete sanitaria ben organizzata per il servizio ai cittadini. Pertanto, il Ministro Schillaci ha sottolineato l’importanza di una riforma che punti a potenziare i medici di famiglia, le farmacie di servizio, la medicina territoriale e l’innovazione tecnologica.

Ridurre le lunghe liste di attesa è la principale sfida che il Ministro della Sanità vorrebbe affrontare. Oltre ai fondi necessari, si richiede un cambiamento culturale nel settore. È necessario lavorare sull’appropriatezza delle prestazioni mediche, riducendo la medicina difensiva che spesso porta a prescrizioni superflue.
Il Ministro conclude sostenendo che il sistema sanitario pubblico italiano può essere salvato se si offre un miglior compenso ai professionisti e se si riconosce il loro valore. In tal modo, si creerà un ambiente più stimolante e attrattivo per i talenti del settore sanitario, garantendo un’assistenza di qualità per tutti i cittadini.

È evidente che la Sanità italiana sta affrontando sfide significative, ma il Ministro Schillaci è ottimista riguardo alle prospettive future. L’implementazione del Pnrr, insieme a una serie di riforme mirate, potrebbe portare a un sistema sanitario più efficiente, moderno e accessibile per tutti.

La sanità italiana sta cercando di affrontare le sfide attuali, come la carenza di personale e le lunghe liste di attesa, e di aprire nuove opportunità di collaborazione con altri Paesi per soddisfare le esigenze del settore. La riforma del sistema sanitario è essenziale per garantire una sanità di qualità per tutti i cittadini italiani.

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  1. Come eravamo……..Ho un familiare che ha fatto l’infermiere per più di 42 anni. È stato formato dallo Stato, lavorava di mattina in corsia e il pomeriggio aveva scuola. Non mi risulta abbia mai ammazzato nessuno, né lui né altri, per mancata professionalità. Al tempo si concedeva ai meno fortunati un’ opportunità lavorativa. A non tutti è concesso il lusso dello studio. Poi con l’obbligo di laurea ed i test d’ingresso sono mancati gli infermieri e tutto il personale medico e paramedico. NON CI CREDO. Adesso abbiamo bisogno di importarli. Case per gli italiani non ce n’è sono ma a loro dovranno darle e poi seguiranno i ricongiungimenti famigliari. C’era una volta l’Italia, ma non dirlo che sei razzista e fascista. Le mie radici non le spezzo, i sentimenti non sono razionali, voglio sentire la mia lingua, voglio le mie tradizioni e la mia cultura, la mia storia ma, sono state falciate. Nel pieno degli anni ’70 quando i sindacati proclamavano uno sciopero dietro l’altro, il mio datore mi disse: – “danno retta ai sindacati, vi porteranno alla fame nera”. E alla fame nera ci siamo arrivati. Sono 2000 anni che il popolo combatte contro il potere e perde sempre. Ci alzano e ci abbassano come birilli.

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