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Gianrico Carofiglio, scrittore, ex magistrato e senatore: reati sono in calo

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Gianrico Carofiglio, scrittore, ex magistrato e senatore: reati sono in calo

Controcorrente e per certi versi di non facile lettura, il pensiero che lo scrittore ex magistrato Gianrico Carofiglio, scrittore e senatore della Repubblica, ha affidato al quotidiano Il Dubbio, relativamente alla sicurezza.
Se è pur vero che oggi i cittadini sembrano essere molto preoccupati, rispetto i fatti che succedono, Carofiglio, statistiche alla mano, rassicura.

Afferma che il numero dei reati in Italia è diminuito e che tra il 1991 e il ’92, gli omicidi sono calati da 2000 a 500 l’anno. Sono irrazionali, quindi, le nostre paure? Come mai la percezione della popolazione italiana, è quella dello stare sempre in allarme, visto che tutti i giorni si leggono, si ascoltano notizie devastanti?

Carofiglio si affida a quella che la psicologia chiama “effetto di disponibilità”, che si amplia quando succede qualcosa di grave, anche se lontano da noi, creando insicurezza talvolta “irrazionale”. E riguardo la sicurezza vera e propria, sostiene che ognuno di noi rischia molto di più a causa di un infortunio, di un incidente stradale o di lavoro, piuttosto che a causa di un’aggressione armata o attentato.

Non sfugge il senatore alla realtà e lo preoccupa il clima che si è venuto a creare rispetto, ad esempio all’immigrazione, ben sapendo che non sono pochi i politici che facendo una brutta propaganda su profughi e richiedenti asilo, aumentano l’emotività e il bisogno di sicurezza dei cittadini.

E la politica dovrebbe proprio fare questo: percepire i bisogni, depurarli dall’irrazionale e cercare di dare risposte in termini di diritti e convivenza sociale. Si fa delicata l’analisi quando tocca però quei 500 omicidi, perché la maggior parte sono in realtà femminicidi, le donne sono vittime di compagni assassini .

E allora i rimedi? Che fare? Certo, questi delitti vanno puniti con determinazione – considera Carofiglio – aprendo contemporaneamente a tanti interrogativi che certamente non riguardano “solo” la magistratura e le pene. Investono tutta la società, la prevenzione, la famiglia, la scuola, il lavoro, gli stereotipi e i pregiudizi . E del resto come non considerarli, se nel mondo ad abitarci, è l’uomo con le sue esperienze e le sue relazioni?

«Beccaria diceva che il sistema delle pene è efficace non se propone punizioni altissime, che quasi mai vengono applicate, ma se prospetta al reo un’alta probabilità di ricevere una sanzione giusta». Attenzione, insiste Carofiglio, “una sanzione giusta, non una sanzione esemplare”.

Andreina Corso

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