G 20 a Venezia: città e cittadini indifferenti o infastiditi, altro che occasione internazionale per mettere in mostra la città. In linea generale l’umore è irritato, gli incassi non sono all’altezza delle aspettative, il continuo sorvolo degli elicotteri, necessari alla sicurezza, alla fine, dopo ore, logora i nervi.
Sono molte le impressioni che si raccolgono dalla gente della strada ma tutte non si discostano molto dai temi appena esposti.
I blocchi delle forze dell’ordine attorno all’Arsenale, cuore del summit, le calli sbarrate da cancellate d’acciaio, le barche ferme in Canal Grande appena arrivano i motoscafi dei ‘grandi’: la Venezia del commercio percepisce con un po’ di irritazione le restrizioni del G20, dopo quelle patite per il Covid.
In realtà, percorrendo il centro storico in direzione Arsenale, i presidi di sicurezza passerebbero quasi inosservati, se non fosse per il ronzio insistente degli elicotteri in volo sopra la città.
Il ‘danno‘ (per alcuni maggiore del guadagno d’immagine), potrebbe esser stato provocato anche dal fatto che si sia parlato così a lungo del G20 e delle ripercussioni sugli spostamenti a Venezia, con in più le ipotesi di possibili contestazioni violente.
Un tam tam sufficiente a dissuadere più di un turista dal programmare un weekend in laguna.
E’ così che, per lo più, i commercianti ed i residenti di via Garibaldi, la calle più ampia e densa di negozi vicina all’Arsenale, leggono oggi le cause di un calo di presenze.
“Fino a mercoledì scorso – dice il gestore di un’attività – una certa riaccensione di viaggiatori c’era; da ieri però stranieri non se ne vedono. Per chi non conosce Venezia, il solo fatto di sapere che vi sono aree dove il transito è vietato, o che vi sono fermate dei vaporetti sospese, è sufficiente a far rinviare il viaggio”.
Il direttore di un piccolo cantiere edile, che segue la ristrutturazione di un locale sulla stessa via, è appoggiato al muro con le braccia incrociate.
“Da ieri – spiega – non si va avanti, perché la barca che dovrebbe portare il materiale edile che ci serve non può attraccare. Il primo punto utile è troppo lontano per trasportare la merce, voluminosa e pesante. Per fortuna domani è sabato, e lunedì il G20 sarà finito“.
Il sestiere di Castello è fra quelli che conservano una nervatura ancora popolare. Decentrato rispetto a San Marco, beneficiato dai grandi eventi solo in occasione delle edizioni della Biennale, i cui padiglioni sono vicini.
La percezione più diffusa tra i residenti è quella di un mega evento, il G20, che “alimenta lo spreco”, con investimenti in personale, strutture e tecnologie di sicurezza in favore di una comunità, i ‘grandi’ dell’economia, che non bada a spese; mentre qui, in via Garibaldi, i negozianti di arrovellano con affitti, costi di gestione e le tasse di sempre.
Ministri e governatori, si dice, saranno grandi esperti di economia, ma difficilmente “così potenti da costringere Amazon a pagare le tasse”.
“Da qui alla riva – sottolinea un altro esercente – 10 anni fa c’erano 16 negozi, questo era un centro commerciale all’aperto. Adesso ci sono 16 bar”.
C’è anche però chi ‘assolve’ il G20. “Non ho visto grandi differenze di incassi rispetto a qualche giorno fa – dice la titolare di un negozio di abbigliamento – e mi pare che la circostanza sia molto contenuta nel tempo per poter attribuire al G20 problemi del nostro settore, che hanno cause più profonde. E non è detto che alcune fra le persone che entrate oggi da me a comprare qualcosa, non siano i familiari arrivati con le delegazioni ospiti del convegno”.
Il G20 potevano farlo in una delle tante isole di Venezia,così si evitavano tutti questi blocchi ha calli e campiello,e sarebbero stati più facili da controllare.Una cosa mi chiedo noi comuni mortali li pensiamo,e le menti ecelti che governano la città non lo pensano???.Cosa significa questo!che abbiamo più sale in zucca noi dei politicanti.
Sono molto felice che Venezia sia stata scelta come sede del G20. Non capisco il motivo per cui ci si debba sempre lamentare: invece di turisti sciatti e invadenti, che per la maggior parte non lasciano neppure un euro nella città, abbiamo personaggi di un certo livello che si potranno rendere conto della bellezza e della fragilità di questa città, e che un domani potrebbero contribuire in qualche modo a compiere dei passi per riportare Venezia a quello che era.
Ma per favoreeeeee! Questi mega eventi non servono per nulla alla nostra città che tutto il mondo conosce già per la sua estrema fragilità. Sono ben altre le cose da fare a suo favore. In primis fare una politica a favore della residenzialità. E non da meno decidere davvero di non volerne fare un enorme albergo e agire finalmente di conseguenza.
Cara signora il turista sciatto e invadente come lo chiama lei arriva coi propri soldi, questi paladini del potere sontuoso e anacronistico sono foraggiati dai suoi soldi e dai miei e di tutti i contribuenti . Non se lo scordi.
Abito in San Zanipolo e ieri, x andare da casa mia a P.zzale Roma con due valigie, ho impiegato un’ora e mezzo. Prima sono andata alla fermata Ospedale, dove avrebbe dovuto esserci una navetta per Fondamente Nuove ogni 10 minuti: dopo un’attesa inutile di 40 minuti, sono andata a piedi verso la fermata di Fondamente, incontrando, che camminava in senso contrario, un poveretto infortunato. Lì ho atteso altri 20 minuti un vaporetto verso P.zzale Roma, che è giunto straccolmo. Si aggiunga il viaggio e si arriva all’ora e mezzo. E questo perché chi amministra la città ha deciso che ammalati, infortunati, assistenti o semplici residenti valgano meno del G20. Oltre tutto la fermata Ospedale non lambisce neppure l’Arsenale!!!
Potevano tranquillamente svolgere l’evento in una delle bellissime isole che circondano Venezia S.Servolo, S.Clemente, oppure Giudecca Molino Stucchi, ecco che non avrebbero creato un grosso disagio pratico ed economico ad un intero Sestiere
Ma la logica purtroppo non è patrimonio della politica italiana
Il disagio sarebbe stato uguale e forse peggiore, con spostamento delle linee dei vaporini, divieto di transito a chiunque, ecc. QUESTI EVENTI SI FANNO NEL SAHARA, non a Venezia !
La decisione di tenere in scacco un’intera citta così fragile come Venezia è sintomatico di quanto il potere sia lontano , cieco e aggiungo sordo alla volonta popolare .
Venezia e i veneziani non hanno bisogno di queste corti vaganti ed esclusive che sanno solo circondarsi dello sfarzo più sfrenato alla faccia di chi a Venezia non ha nemmeno i soldi per fare la spesa .
Vogliamo vedere il risultato finale di questo gran lavoro?