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Fridays For Future a Venezia per boicottare il black friday. Quarto sciopero del clima

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Fridays For Future a Venezia per boicottare il black friday. Quarto sciopero del clima

A Venezia gli attivisti di Friday For Future per il quarto sciopero globale sui cambiamenti climatici «Global strike for future». Dalla stazione di Santa Lucia a campo San Luca passando per Strada Nuova con cartelli e striscioni, un’onda colorata di giovani (oltre 2mila per gli organizzatori) hanno sfilato e simbolicamente bloccato, con del nastro rosso, alcune attività commerciali, manifestando anche davanti alla sede Rai, Palazzo Labia in campo San Geremia, e quella del Comune di Venezia, Ca’ Farsetti a Rialto.

Dopo le manifestazioni di marzo, maggio e settembre, che hanno coinvolto decine di migliaia di persone, i giovani sono nuovamente scesi in piazza oggi nelle città italiane: Roma, Milano, Venezia.

Non una giornata a caso, ma quella del «Black Friday» dedicato allo shopping, scelto per lanciare il quarto sciopero nato dalla protesta pacifica della studentessa svedese Greta Thunberg.

Su Venezia gli organizzatori hanno voluto richiamare l’attenzione sui recenti episodi dell’acqua alta eccezionale, considerati come conseguenze del cambiamento climatico.

“Quello che è successo a Venezia – hanno affermato i ragazzi – con la seconda acqua Granda più alta della storia, non è un caso isolato in Italia: le ultime due settimane sono state funestate da alluvioni in tutta la penisola. L’informazione mainstream si ostina a descrivere questi fenomeni come “maltempo”: è falso e tendenzioso definirli tali. Si tratta di manifestazioni della crisi ambientali, conseguenze di un trattamento dell’ambiente spregiudicato e votato solo al profitto”.

Titolo e slogan della protesta a Venezia, riportati anche sugli striscioni, “Block Friday” #Non chiamatelo maltempo.

“Block Friday” dichiaratamente in polemica con “Black Friday”. Per gli attivisti infatti, l’idea era proprio quella di manifestare contro una giornata che reputano “simbolo del consumismo” e del “sistema responsabile dei cambiamenti climatici e della distruzione degli ecosistemi”.

I giovani di “Fridays for Future Venezia Mestre” hanno manifestato il loro dissenso con nastro rosso, cartelli, tute bianche e mascherine davanti ad alcune attività, come le sedi di Burger King e H&M che definiscono “simboli del fast food e del fast fashion”.

Al termine del corteo, in campo S. Luca, è stato simbolicamente chiuso anche il Comune, con un sit-in davanti a Ca’ Farsetti.

“Le motivazioni – dicono gli attivisti – sono ancora una volta le stesse: negli ultimi giorni Venezia è stata il simbolo occidentale della crisi ambientale e climatica ed è quanto mai urgente una reale dichiarazione dell’emergenza climatica. Servono fondi per la messa in sicurezza dei territori, servono finanziamenti per la transizione ecologica, per la ricerca e per l’educazione, non per le grandi opere inutili e dannose”.

Il corteo si è chiuso con l’assemblea in campo San Luca che ha annunciato un altro appuntamento: giovedì 5 dicembre, alle 16:00, all’Officina del Gusto a Mestre si terrà la prossima assemblea degli attivisti.

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