Femke Van Den Driessche passerà alla storia del ciclismo, ma non per i motivi che avrebbe voluto. A un giro dal termine della prova femminile under 23, gli ispettori della federazione ciclistica internazionale (Uci) hanno fermato la 19enne Femke Van Den Driessche, tra le favorite per la vittoria. Qualcosa non andava nella sua bici.
La prima bici dopata della storia è stata in questo modo scoperta ieri pomeriggio sui prati fangosi di Zolder, in Belgio, ai mondiali di cross.
L’Uci, dopo un controllo, ha comunicato che: «sulla base dei regolamenti relativi alle frodi tecnologiche la bici di un’atleta non salita sul podio è in stato di fermo per effettuare verifiche approfondite». In pratica: c’era un motore nella bici, invisibile all’occhio umano in quanto ben nascosto nel telaio della bicicletta, che agevolava le pedalate dell’atleta.
La scoperta è avvenuta grazie ad un rivelatore di temperatura che ha scoperto il motorino elettrico che produceva calore. In base al regolamento Uci, la Van Den Driessche rischia almeno sei mesi di stop e una maxi multa fino a 180 mila euro.
Ora le indagini proseguiranno: è altamente improbabile che una ragazza di 19 anni abbia pianificato e montato un’espediente così tecnologicamente evoluto.
Roberto D.M.
31/01/2016