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Farah è libera. Liberata dalla polizia pakistana. Ora tornerà in Italia

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Farah è libera. Liberata dalla polizia pakistana. Ora tornerà in Italia

Farah è libera. E’ stata infatti liberata, e ora si trova al sicuro a Lahore, la 19enne pakistana residente a Verona, che i familiari avevano portato con l’inganno in patria, facendola abortire contro la sua volontà.

Farah era rimasta “legata per otto ore” prima di subire quell’intervento, come lei stessa aveva scritto nell’ultimo sms ad una compagna di scuola. Domani pomeriggio arriverà a Islamabad e tenuto conto di un periodo di recupero fisico e degli adempimenti burocratici, venerdì potrebbe essere imbarcata su un volo per Milano.

E’ stato un blitz di polizia a liberarla, dopo il clamore suscitato dal suo caso, e la discesa in campo della Farnesina, che aveva chiesto all’ambasciata italiana di avviare tutte le verifiche sul campo.

Farah ora è stata portata via dal luogo dove i familiari la tenevano segregata, ed è stata trasferita al sicuro, protetta da funzionari della nostra diplomazia. La ragazza è in buone condizioni di salute, hanno precisato fonti della polizia italiana.

Sulla dinamica della liberazione è trapelato poco, si sa solo al momento che è stato un intervento compiuto dalla polizia pakistana.

“Farah è stata rintracciata in Pakistan ed è al sicuro. La Farnesina con l’Ambasciata a Islamabad segue il caso da vicino e si adopera per facilitare il ritorno in Italia, a Verona” ha twittato nel pomeriggio il ministro degli Esteri Angelino Alfano, precisando che la positiva conclusione della vicenda è stata possibile “grazie all’intervento tempestivo delle Autorità del Pakistan, a seguito della segnalazione pervenuta dall’Italia”.

La giovane, che a quanto si è appreso ha espresso il suo desiderio di ‘ritornare’ in Italia, di tornare a casa, è stata accolta in un foyer della Commissione del Punjab per la protezione delle donne. Domani un giudice pakistano la interrogherà; poi grazie alla collaborazione del console onorario italiano a Lahore, sarà trasferita in auto a Islamabad, un viaggio di circa 4 ore.

“Farah è stata liberata”: questa la notizia che in un attimo si è diffusa tra le compagne di
scuole mentre queste erano in gita, a Brescia, e per loro è stata un’esplosione di gioia, con abbracci, e grida di felicità.

“E’ una bella notizia, speriamo possa rientrare al più presto in Italia, soprattutto per riprendere il percorso che aveva iniziato con noi”, ha commentato da Verona l’assessore ai servizi sociali, Stefano Bertacco, ricordando la partecipazione della giovane al programma del ‘Progetto Petra’, una struttura protetta contro le violenze di genere.

La famiglia di Farah vive a Verona dal 2008; il padre, proprietario di un negozio in città, era stato denunciato per maltrattamenti, e nel settembre scorso la studentessa si era rivolta ai servizi sociali del Comune, che per qualche tempo l’aveva ospitata in una struttura del ‘Progetto Petra’. Poi a gennaio c’era stata la svolta, con la ragazza che aveva abbandonato la casa protetta, dicendo di essersi riconciliata con i genitori. Ma non era così, perché poco dopo, con l’inganno i genitori l’avevano portata in Pakistan, vicino a Lahore, dove era stata poi costretta all’aborto. Da qui l’allarme lanciato dalla giovane tramite whatsapp alle compagne di scuola, e al fidanzato, un giovane pakistano adottato da una famiglia veronese. Ieri sera la discesa in campo della Farnesina, che aveva chiesto verifiche immediate sul posto all’ambasciata italiana. Prima della positiva conclusione di oggi, c’era stato anche lo strazio di un ultimo messaggio audio inviato via whatsapp ad una compagna di classe, nel quale Farah aveva raccontato di essersi fidata dei genitori tornando in patria, e di essere stata tenuta legata per otto ore prima di abortire.

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