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Fake news, notizie finte in rete: multe e arresto fino a 2 anni

Disegno di legge bipartisan in Senato. «Nessun bavaglio, ma difesa dei diritti dei cittadini». La rete sarà un po' meno libera in segno di prevenzione contro gli abusi: nel ddl anche misure per contrastare l'anonimato, con l'obbligo per chi apre un blog o un sito di comunicare i propri dati al tribunale

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Fake news, espressione coniata dal mondo degli internauti per definire un post, una notizia, che si autoreplica sulla rete, che racconta un fatto falso, o costruito per veicolare un certo tipo di consenso, oppure per aumentare le visite e la popolarità inventando un fatto eclatante. notizie false che spesso aumentano il termometro dell’odio popolare, facilitato spesso dal fatto che nascondersi dietro un avatar facilita.

Con la libera circolazione nella rete si può contrastare la circolazione online di notizie false e contenuti che stimolano l’odio? La risposta, praticamente unanime in tutto il mondo, è: si deve. La grande incognita rimane il come, mentre ci si muove sul sottile e delicato confine fra protezione degli utenti e tutela della libertà di espressione in Rete.

L’Italia adesso ha una proposta di legge per (provare a) sanzionare con multe fino a 10 mila euro e reclusione fino a due anni chiunque pubblichi o diffonda in Internet (ma non su testate giornalistiche) «notizie false, esagerate o tendenziose» o si renda responsabile di «campagne d’odio». Il testo con prima firmataria Adele Gambaro del gruppo Ala-Scelta Civica, ed ex Movimento 5 Stelle, è stato presentato ieri in Senato con sottoscrizioni bipartisan.

Multe per chi pubblica notizie false sul web, reclusione per chi diffonde campagne d’odio, più obblighi nel controllo per i gestori dei siti. Basteranno questi elementi del ddl contro la diffusione delle fake news su internet?
Il decreto è stato presentato a Palazzo Madama dalla senatrice Adele Gambaro (ex M5S, ora passata ai verdiniani di Ala-Sc). Una proposta bipartisan che tra i firmatari vede parlamentari del Pd come di Forza Italia, della Lega Nord, di Area Popolare, di Cor, di Gal, del gruppo Per le Autonomie e del Misto.

Il testo prende spunto dalla risoluzione contro le fake news ‘I media e il giornalismo online: sfide e responsabilita”, approvata dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa il 25 gennaio scorso. “Nessun bavaglio – spiega Gambaro -. Vogliamo difendere i diritti dei cittadini, sottolineando la differenza tra le bufale intese come satira e le notizie false che arrecano danni seri”.

La senatrice, in conferenza stampa con i colleghi Riccardo Mazzoni (Ala), Sergio Divina (Lega Nord) e Francesco Giro (Forza Italia), ha aggiunto che la volontà è raggiungere il maggior numero di firme possibili da tutti i gruppi.

Il tema è di stretta attualità, tanto che nei giorni scorsi la presidente della Camera Laura Boldrini ha lanciato l’appello #BastaBufale, nel tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica. “E’ una battaglia di civiltà – sostiene ancora Gambaro -, è solo l’inizio di una discussione che speriamo sia molto ampia. Vogliamo garantire la trasparenza sul web e incentivare l’alfabetizzazione mediatica attraverso la formazione”.

Le norme riguardano le piattaforme informatiche e non i giornali on line, già sottoposti alle regole degli altri prodotti editoriali. La proposta stabilisce che chi pubblica o diffonde “notizie false, esagerate o tendenziose è punito con l’ammenda fino a 5mila euro”. Se tali notizie possono “destare pubblico allarme” o “recare nocumento agli interessi pubblici” si rischia, oltre all’ammenda fino a 5mila euro, anche la “reclusione non inferiore a dodici mesi”.

Per chi “si rende responsabile di campagne d’odio contro individui o di campagne volte a minare il processo democratico” prevista la reclusione non inferiore a due anni e l’ammenda fino a 10mila euro. Nel ddl anche misure per contrastare l’anonimato, con l’obbligo per chi apre un blog o un sito di comunicare i propri dati al tribunale.

Altri articoli riguardano le modalità della rettifica e la previsione di attività di formazione nelle scuole per l’alfabetizzazione mediatica e l’uso critico dei media online.

Paolo Pradolin

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