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Escono dall’avvocato e lui accoltella la moglie che voleva la separazione

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Ancora un uomo che non accetta la separazione consensuale dalla moglie e che dopo un apparente assenso, si ribella e la accoltella per strada.
Si potrebbe dire ‘come da copione’ se solo si pensa come questa storia assomigli a tante altre che si riproducono e persino si tramandano per il loro cupo e perverso ripetersi.

I due sono a Padova, nei paraggi della Stazione ferroviaria e sono appena usciti dallo studio di un avvocato cui è stato affidato il compito di redigere l’atto di separazione consensuale richiesta dalla moglie trentasettenne, statunitense, domiciliata a Mestre. Lui è un quarantunenne nato in Marocco, che improvvisamente abbandona la parvenza di tranquillità che aveva esibito davanti all’avvocato e sul marciapiede si scatena contro la donna accoltellandola ripetutamente. Lei si accascia a terra, perde molto sangue, ma trova la forza della disperazione per alzarsi e trascinarsi nello studio che avevano appena lasciato. L’avvocato la soccorre e chiama il servizio sanitario di emergenza, che la trasporterà in ospedale.

L’uomo nel frattempo, aveva visto la moglie a terra, il sangue e istintivamente ha cercato nei pressi della stazione gli agenti di polizia per autodenunciarsi. Ora è in stato di arresto con l’accusa di tentato omicidio e dovrà spiegare perché avesse portato con sé un coltello grande con una lama lunga e robusta. Arma che gli agenti hanno trovato abbandonata a terra poco distante dalla strada dove è avvenuto il crimine.
Nulla aveva fatto presagire, a giudizio dell’avvocato, una reazione così furibonda da parte di un uomo che durante il colloquio in studio, si era comportato in modo tranquillo e che era sembrato accettare la separazione consensuale.
Il grave gesto, pur violento, ha provocato ferite al petto e al volto, che i medici stanno cercando di medicare, la donna dovrà stare in ospedale qualche giorno, ma per fortuna si riprenderà. E non andrà ad aumentare la lista dei nomi delle vittime del femminicidio che negli ultimi due anni sono 219, come emerge da un report del Ministero dell’Interno, cui si devono aggiungere le 20mila donne prese in carico dai centri antiviolenza, dato segnalato dalla Rete D.i.Re.

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