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Emergenza Coronavirus, il punto dell’Ulss 3 Serenissima

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emergenza coronavirus ulss 3 dal ben oggi

“Il continuo aumento dei casi ci conferma che quella che stiamo affrontando è una malattia virale importante e insidiosa, che può partire come un semplice raffreddore, ma poi peggiorare, anche in brevissimo tempo, fino a costringere al ricovero in terapia intensiva. Non banalizziamo l’emergenza e cerchiamo di rispettare tutte le indicazioni che arrivano dalla nostra Regione e dal Ministero della Salute dove ci invitano a stare a casa, a non creare assembramenti e a lavarci spesso le mani. Se facciamo squadra tutti insieme, lasceremo solo il virus e vinceremo”.

E’ con questo appello che il Direttore Generale della Ulss 3 Serenissima, Giuseppe Dal Ben, ha aperto la videoconferenza con la stampa oggi, sabato 21 marzo, per il consueto incontro settimanale che dà il bilancio della emergenza Coronavirus ma anche le azioni di contrasto che si stanno approntando sul territorio veneziano.

Durante il collegamento odierno si è spiegato come si stanno organizzando gli Ospedali Covid, individuati dalla Regione Veneto, all’interno della Ulss 3 Serenissima, e come stanno procedendo i due Piani, quello relativo allo Spisal e quello dei tamponi, sempre avviati su direttiva regionale. Inoltre il Direttore Generale ha spiegato come anche “l’Ospedale dell’Angelo di Mestre sta effettuando la sperimentazione di alcuni farmaci partecipando di fatto ai protocolli che si stanno sviluppando man mano a livello nazionale”.

OSPEDALI COVID 19
All’interno della Ulss 3 la Regione Veneto ha individuato due Ospedali come “Ospedali Covid”: si tratta dell’Ospedale di Dolo e dell’Ospedale di Villa Salus di Mestre. Entrambi stanno assumendo gradualmente questo ruolo, man mano che si sviluppa la necessità di avere un maggior numero di posti letto per affrontare questa emergenza.

L’Ospedale di Villa Salus è un ospedale privato convenzionato-accreditato che è, in questo momento, una importante risorsa per il territorio di Mestre e Venezia. Attualmente l’Ulss 3 lo utilizza per quei pazienti ricoverati per Coronavirus, che hanno superato la fase acuta della malattia: ad oggi si registrano 10 pazienti ricoverati al suo interno. Villa Salus, nel caso dovesse servire, potrà mettere a disposizione di questa emergenza 216 posti letto.

Per quanto riguarda l’Ospedale di Dolo, è stato individuato dalla Regione, per le sue caratteristiche che lo rendono decisamente adatto a fronteggiare la situazione: ovvero una importante area medica ben attrezzata, idem per la Pneumologia e la Dialisi. E anche per la sua Terapia intensiva che è passata da alcuni giorni a 9 posti letto e verrà portata a 35. A Dolo è stata messa anche a disposizione di questa emergenza l’area Materno infantile. Uno spiegamento di forze a Dolo che si traduce attualmente in circa 200 posti letto che, nel caso, potranno essere aumentati. In questo momento, inoltre, tutte le attività programmate e in urgenza vengono dirottate a Mestre e a Mirano.

Va evidenziato anche che la Direzione della Ulss 3, sempre per sopperire alla eventuale necessità di ulteriori posti letto, sta attrezzando la struttura sanitaria di Noale di 30 posti letto, che in una situazione diversa sarebbero dedicati all’Ospedale di Comunità.

PIANO SPISAL
Lunedì 16 marzo è stato avviato, secondo le indicazioni regionali, il Piano SPISAL, Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza Ambienti di Lavoro, un servizio che nel Dipartimento di Prevenzione ha, come obiettivo principale, quello di controllare la sicurezza nell’ambito del lavoro.

In questa emergenza lo SPISAL ha principalmente il compito di sensibilizzare e informare le Aziende rivolgendosi in primis a due tipi di realtà:

1. Aziende con molti dipendenti

2. Aziende da cui giungono segnalazioni, soprattutto da parte dei lavoratori medesimi

Il Piano SPISAL prevede la verifica delle corrette azioni per dare informazioni ai lavoratori sulle misure preventive generali (ad esempio sull’igiene delle mani, igiene respiratoria, distanziamento sociale), oltre alla presenza di opuscoli e segnaletica opportuna. Inoltre prevede di condividere con le Aziende le migliori misure organizzative come la regolamentazione dell’accesso agli spazi comuni, la sanificazione degli spogliatoi, la pianificazione di orari di ingresso e uscita scaglionati, la sospensione di viaggi di lavoro. Il Piano promuove ogni azione volta ad incrementare le attività di pulizia e sanificazione e a mettere a disposizione idonee soluzioni disinfettanti. Infine anche a definire le modalità più idonee di accesso dei fornitori.

Da quando è partito il Piano sono state controllate 64 Aziende (sia pubbliche che private) per un totale di 8.505 dipendenti. Durante i controlli non sono emerse inadempienze; l’Azienda sanitaria ha comunque dato indicazioni di buone pratiche con l’obiettivo di condividere un percorso di tutela della sicurezza dei lavoratori.

PIANO TAMPONI
Si evidenzia che, sempre su indicazione regionale l’Ulss 3 Serenissima ha attivato (in realtà continuato) lo scorso 16 marzo, il piano che prevede di sottoporre a “tampone” più persone possibili per isolare il virus, a partire dal mondo sanitario, sia ospedaliero che territoriale. Si è cominciato da Chioggia, dove tra ieri e oggi vengono “tamponati” 189 operatori sanitari.

Si prevede di effettuare circa 11.300 test tra il personale ospedaliero, quello territoriale (medici di famiglia, pediatri di libera scelta, medici di continuità assistenziale, medici SAI, farmacisti, personale di strutture per non autosufficienti).

I controlli dei sanitari degli Ospedali e del Territorio avverranno parallelamente: sul territorio saranno i medici preposti a spostarsi con unità mobili. Dai circa 300 tamponi al giorno man mano la Ulss 3 è passata ad effettuarne 600 e arriverà la prossima settimana ad eseguirne 1800 come da indicazione regionale.

TAMPONI EFFETTUATI ALL’INTERNO DELL’AZIENDA SANITARIA
Il 18 marzo si erano effettuati 4566 tamponi (il numero si riferisce ad esami fatti e non a persone), mentre ad oggi, sabato 21 marzo ne sono stati eseguiti 6.023, di cui 4.508 sono risultati negativi e 711 positivi, 1.421 negativi per dipendenti e 62 positivi per dipendenti. 804 sono il numero di tamponi che l’Azienda sanitaria sta ancora processando (ne processa circa 700 al giorno).

Sui 6.023 tamponi eseguiti, 163 sono persone minori di 18 anni, 1.877 tra i 18 e 45 anni, 2.680 tra i 45 e 65 anni, 453 tra i 65 e i 75, 846 maggiori di 75 anni. Sui 711 tamponi positivi, la fascia di età più colpita è quella tra i 45 e i 65 anni.

Per quanto riguarda i dipendenti Ulss 3, ad oggi sono stati “tamponati” 1.314 dipendenti, di cui 1.251 sono risultati negativi, mentre 63 positivi.

DATI NAZIONALI, REGIONALI, VENEZIANI
Ad oggi si registrano, in Italia, 37.860 casi positivi, 4.032 decessi, 5.129 dimessi. 47.021 i casi totali dall’inizio della epidemia (Fonte: Sole e 24 Ore).

Nella Regione Veneto si registrano (alle ore 8.00 del 21 marzo) 4.617 casi positivi, ovvero 380 in più rispetto a ieri.

Nella provincia di Venezia 666, cioè 55 in più rispetto a ieri.
Di questi, 192 persone sono pazienti ricoverati (148 della Ulss 3) 474 sono positivi non ricoverati.
Dei 148 ricoverati, 138 presso le strutture ospedaliere pubbliche della Ulss 3 e 10 presso Villa Salus: nello specifico, 52 presso l’Ospedale dell’Angelo (11 in terapia intensiva), 18 a Venezia (6 in terapia intensiva), 14 a Mirano (tutti in terapia intensiva), 54 a Dolo (8 in terapia intensiva) e 0 a Chioggia.

Va ricordato, infine, che nella Ulss 3, rispetto agli altri territori, si è registrato un aumento progressivo dei casi positivi e dei relativi contatti in isolamento domiciliare (da 1.777 nel 17 marzo a 3.120 nel 21 marzo).

Nella provincia di Venezia, inoltre, va evidenziato che sono in isolamento (Ulss 3 e Ulss 4) 3.120 persone, un numero importante e maggiore rispetto ad altre realtà come Padova (2.669), Treviso (1.775), Vicenza (2.182), sempre grazie al lavoro epidemiologico che viene costantemente eseguito ogni giorno, anche a tutela del personale sanitario e dei dipendenti dell’Ulss 3.

Contemporaneamente si evidenzia anche che, nel Veneziano, si scoprono ogni 10 mila abitanti circa 8 casi, un numero inferiore rispetto a territori come quelli di Padova (circa 12), Treviso (circa 9) o Verona e Belluno (circa 10), ma nettamente maggiore rispetto a Vicenza (circa 6) e Rovigo (circa 3).

(categoria “virus cinese”)

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