IL PRIMO GIORNALE ONLINE DI VENEZIA | ANNO XVIII

giovedì 25 Aprile 2024
10.1 C
Venezia

data pubblicazione:

ultimo aggiornamento:

LEGGI ANCHE:

HOME PAGEobbligo vaccinaleEcco il vaccino obbligatorio: non si scappa più
Questa notizia si trova quiobbligo vaccinaleEcco il vaccino obbligatorio: non si scappa più

Ecco il vaccino obbligatorio: non si scappa più

pubblicità

Ecco l’obbligo di vaccino dopo tanto discutere: in pratica l’agenda dei lavori la sta dettando Omicron.
La prima categoria a doversi adattare al nuovo obbligo è quella degli over 50. Sono loro che ora potranno andare al lavoro solo se immunizzati o solo se sono guariti dal Covid.

Il governo approva l’ennesimo provvedimento per tentare di fermare una crescita mai vista dei contagi – anche mercoledì 189mila casi, nuovo record dall’inizio della pandemia – ma la maggioranza si divide sull’introduzione dell’obbligo del super pass per accedere ai servizi o entrare nei negozi.

La Lega, dopo aver minacciato l’astensione, deve incassare la ‘linea’ imposta del premier Mario Draghi sull’obbligo vaccinale ma ottiene la modifica della norma prevista dalla bozza entrata in Consiglio dei ministri: per andare in banca, dal parrucchiere o alle Poste basterà il pass base.

Il nuovo decreto alla fine passa dunque all’unanimità, ma arriva al termine di una giornata tesa tra i partiti nella quale le posizioni sono rimaste quelle già emerse nei giorni scorsi. Pd, Forza Italia, Italia Viva e il ministro della Salute Roberto Speranza erano per per estendere l’obbligo vaccinale a tutti i lavoratori mentre sul fronte opposto si è ricreato l’asse Lega-Cinquestelle che diede vita al governo gialloverde.

Senza un punto d’incontro è stato il premier Mario Draghi a trovare una via d’uscita: prima ha imposto, contro la volontà della Lega, l’obbligo vaccinale per tutti gli italiani che hanno più di 50 anni, una scelta che non è un “compromesso politico”, spiegano fonti di governo ma che serve a ridurre le ospedalizzazioni, visto che sono proprio quelle le classi di età più ricorrenti nelle terapie intensive e nei reparti Covid. E poi ha avallato il compromesso per evitare l’astensione dei ministri di Matteo Salvini: per accedere ai servizi alla persona – dunque parrucchieri ed estetisti – agli uffici pubblici, servizi bancari, postali e finanziari, nei centri commerciali e nei negozi, ad eccezione di quelli “necessari per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie delle persone”, basterà il green pass base (quindi ottenibile anche con tampone) e non quello rafforzato, come era previsto dalla bozza del decreto.
Questa misura non banale, di fatto, avrebbe lasciato ai no vax la possibilità di andare solo in farmacia o nei supermercati.

Appena il decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, scatterà l’obbligo del vaccino fino al 15 giugno per tutti coloro che hanno compiuto 50 anni o che li compiranno entro quella data, con l’esenzione solo per chi ha un certificato medico.

Chi è guarito, invece, dovrà vaccinarsi obbligatoriamente dopo 6 mesi.

La bozza del decreto non prevede però sanzioni e dunque bisognerà capire come si farà ad imporre l’obbligo.

Ma per i 50enni scatta anche un altro intervento: dal 15 febbraio si potrà andare al lavoro solo con il super green pass. Una misura che vale sia per il settore privato che pubblico, compreso chi lavora in ambito giudiziario e i magistrati. La norma non si applica invece per gli avvocati difensori, i testimoni e le parti del processo.
Le verifiche spetteranno ai datori di lavoro e chi non ha il super pass sarà considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della certificazione, “con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro e senza conseguenze disciplinari”, ma con la sospensione dello stipendio e di qualunque “altro compenso o emolumento comunque denominato”.
Le imprese potranno però sostituire chi non ha il pass rafforzato. In questo caso sono previste sanzioni: chi entra in un luogo di lavoro e non ha il super pass incorre in una sanzione erogata dal prefetto che va da 600 a 1.500 euro.

E tornerà anche l’uso massiccio dello smart working: i ministri Brunetta e Orlando hanno firmato la circolare nella quale si sensibilizzano le amministrazioni pubbliche e i datori di lavoro privati a utilizzare pienamente lo strumento.

Con il decreto il governo modifica anche la gestione dei casi covid a scuola.
In quelle dell’infanzia, con un positivo si va in quarantena per 10 giorni.
Alle elementari con un caso si applica la sorveglianza con test al primo e dopo cinque giorni mentre con 2 casi si resta a casa per 10 giorni.
In medie e superiori, invece, con due casi si resta in classe (con l’autosorveglianza e utilizzo della Ffp2) con tre casi vanno in Dad per 10 giorni solo i non vaccinati e chi si è vaccinato da più di quattro mesi e solo con 4 casi tutta la classe è a casa.

Un punto, quest’ultimo, che ha visto salire la tensione nell’incontro tra governo e Regioni, con i governatori che volevano la didattica a distanza alle superiori a partire da 3 casi.

Critico anche il presidente dell’associazione dei presidi Antonello Giannelli secondo il quale la decisione di distinguere tra vaccinati e non vaccinati “è una misura discriminatoria”.

Le regioni incassano però dal governo la promessa che il Cts si occuperà di un’altra loro richiesta, lo stop dei tamponi ai negativi asintomatici che stanno mandando in crisi il sistema e “sottraggono risorse umane per le vaccinazioni e l’attività ordinaria”.

LEGGI TUTTO >>

RIPRODUZIONE VIETATA. SONO VIETATI ANCHE LA RIPRODUZIONE PARZIALE DI TITOLI, TESTI E FOTO ATTRAVERSO SISTEMI AUTOMATICI (CD AGGREGATORI) SU ALTRI SITI

Notizia interessante? Scrivi cosa ne pensi...

Scrivi qui la tua opinione
Il tuo nome o uno pseudonimo

notizie che hanno interessato i lettori

spot_img