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Diana Spencer torna a Londra in forma di statua. L’incredibile morte di Lady D l’anno dopo il divorzio

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Diana Spencer (Lady D) è morta ad appena 36 anni.
E’ morta in una tragica notte d’agosto a Parigi, in fuga dai paparazzi, per un incidente mentre era con il suo innamorato in fuga dopo una cena al ristorante.
Diana però è rimasta viva nella memoria collettiva come un’icona eternamente giovane.
Così Diana Spencer torna da oggi a guardare Londra dall’alto: dall’alto di una statua concepita per celebrarne lo spirito altruista, inaugurata in un giorno che se le cose fossero andate diversamente avrebbe dovuto essere quello del suo 60esimo compleanno.
Un ricordo che torna a fare sorridere insieme anche i suoi due figli, William e Harry: riuniti da un momento di comune commozione dopo mesi di divisioni e di tensione.
Apparentemente rilassati nelle battute di circostanza, ed evidentemente soddisfatti di fronte al nuovo monumento, il duca di Cambridge e il duca di Sussex sono stati i protagonisti di un evento senza orpelli cerimoniali.
E hanno scoperto a quattro mani quella statua di cui entrambi avevano voluto con determinazione la nascita al centro di Sunken Garden, nel cuore del verdeggiante parco di Kensington Palace, cercando in tutti i modi di tenere legata l’occasione a un anniversario importante nonostante le restrizioni dell’emergenza Covid e gli ultimi allarmi recenti legati ai contagi innescati dalla variante Delta.
Allarmi che hanno imposto a Harry – rimpatriato venerdì scorso dall’autoesilio americano senza la consorte Meghan, rimasta, in California ad accudire il piccolo Archie e la neonata Lilibet – di sottoporsi a 5 giorni di quarantena precauzionale obbligatoria a Frogmore Cottage in modo da poter essere oggi presente.
Al fianco del fratello maggiore, un tempo inseparabile e ora reso distante dalla polemica che ha accompagnato il suo strappo dalla Royal Family, con tanto di sospetti di razzismo e di scambi di messaggi al veleno.
Ma tuttavia ritrovato in qualche modo in una circostanza solo e soltanto loro: senza Meghan e senza Kate accanto; senza il padre Carlo, erede al trono e memento vivente del matrimonio fallito con Lady D; e senza la 95enne regina Elisabetta.
Circostanza dominata del resto dalla figura di Diana in fin dei conti, più e prima che dalle curiosità di contorno, ricomparsa come a catalizzare ancora una volta l’attenzione di tutti: in primis quella dei 2 figli.

“Ogni giorno vorremmo che fosse ancora con noi”, hanno mormorato i principi all’unisono dopo aver tolto il grande panno verde posto a protezione dell’opera commissionata fin dal 2017 allo scultore Ian Rank-Broadley in collaborazione con il designer di architetture da giardino Pip Morrison.
Un’opera che mostra “la principessa del popolo” mentre tiene per mano un bambino e una bambina, come a simboleggiare i tanti indifesi aiutati attraverso le sue attività umanitarie e di beneficenza.
“Noi abbiamo voluto ricordare così il suo amore, la sua forza, il suo carattere, qualità che hanno fatto di lei un esempio di forza per il bene nel mondo”, hanno aggiunto.
L’obiettivo, hanno quindi spiegato, è quello di un trasformare la statua in “un simbolo della sua vita e della sua eredità”, di “una memoria” destinata a perpetuarsi nell’impegno di chi continua a fare del bene in suo nome e in qualche modo a restare “per sempre”: come ogni figlio vorrebbe per i propri genitori.
Qualcosa che indiscutibilmente unisce ancora William e Harry, al di là delle distanze che pure rimangono, delle scelte di ciascuno, delle recriminazioni incrociate rispetto all’ottica non più convergente con cui l’uno e l’altro guardano all’istituzione monarchica, ai suoi pregi o ai suoi difetti.
E che i sorrisi di Kensington Garden non sembrano poter d’altronde cancellare più di quanto avesse fatto la fugace chiacchierata seguita ai funerali del nonno, il quasi centenario principe Filippo, nell’ultimo incontro di aprile.
Una tregua, comunque, se non altro. Forse un allentamento dei motivi di risentimento reciproco, salutato dall’applauso liberatorio dei presenti mentre cadeva il velo della statua dedicata alla Principessa di Galles: con i prima fila i tre fratelli di lei, Charles, Sarah e Jane, le amiche di sempre cooptate nel comitato promotore dell’iniziativa, gli organizzatori del Diana Award.
E dietro qualche decina di ammiratori distanziati, rivestiti con i colori dell’Union Jack, tra palloncini, fiori, fotografie, come in una normale festa di compleanno, sovrastati da una scritta struggente: “Sarai per sempre la rosa d’Inghilterra”.

LA MORTE DI DIANA
Diana Frances Spencer, conosciuta anche come Lady Diana (Sandringham, 1º luglio 1961 – Parigi, 31 agosto 1997), è stata dal 1981 al 1996 consorte di Carlo, principe del Galles, erede al trono del Regno Unito.
Dopo il divorzio dal coniuge, mantenne il titolo di Principessa di Galles, ma senza il trattamento di Altezza Reale pur rimanendo membro ufficiale della famiglia reale come madre del futuro re, fatto verificatosi per la prima volta nella storia della famiglia reale britannica.
Il 31 agosto 1997 Diana, a 36 anni, un mese e 29 giorni, rimase vittima di un incidente automobilistico sotto il tunnel del Pont de l’Alma a Parigi.
Si trovava in auto insieme con il suo compagno Dodi Al-Fayed.
Improvvisamente la loro Mercedes, guidata dall’autista Henri Paul, per sfuggire ai paparazzi che la rincorrevano si schiantò contro il tredicesimo pilastro della galleria.

Quella sera, sabato 30 agosto, Diana e Dodi attorno alle 23 partirono dall’Hôtel Ritz di Parigi, in Place Vendôme, sulla loro Mercedes w140, seguendo la riva destra della Senna per raggiungere l’appartamento privato di Dodi. Poco dopo mezzanotte imboccarono la galleria de l’Alma, seguiti da fotografi e da cronisti.

Nello schianto, Dodi Al-Fayed e l’autista Henri Paul morirono sul colpo. Trevor Rees-Jones, guardia del corpo di Dodi, seduto sul sedile anteriore e il solo ad avere la cintura di sicurezza allacciata, rimase gravemente ferito ma sopravvisse.
Negli attimi immediatamente successivi all’incidente si fermarono i paparazzi e cominciarono a scattare foto. Un testimone ha riferito che Diana con un filo di voce diceva: “Adesso basta, vi prego, andate via…”

Diana, liberata dal groviglio di lamiere, ancora viva e dopo i primi soccorsi prestati dal dottor Maillez, per caso sul posto, venne trasportata da un’ambulanza all’ospedale Pitié-Salpêtrière, dove arrivò alle 2:00 circa.
A causa delle gravi lesioni interne, Lady Diana venne dichiarata morta due ore più tardi.

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