Premessa: di solito non amo fare confronti tra prodotti perché – come avrete già ben capito – questa è una pagina di giochi più di consiglio che di vere e proprie recensioni. Quindi, se si parla di giochi simili, di solito mi viene da dire solo: leggete e poi scegliete voi.
E questo farò anche nel caso che segue: due buoni prodotti simili, usciti in contemporanea e con la stessa novità (uso della app) applicata al gioco base, dalle meccaniche differenti ma sostanzialmente basate sullo stesso sistema.
Detective della Pendragon Game Studio, ideato da Przemyslaw Rymer, Ignacy Trzewiczek e Jakub Lapot è il primo dei due deduttivi-investigativi che vado a proporvi e che uniscono in un unico prodotto la moda delle “camere chiuse e(i escape room” al classico gioco deduttivo-collaborativo.
In due ore circa di gioco per sessione (ovviamente non ripetibili: una volta scoperto il mistero non avrebbe senso…), da un a cinque giocatori vestiranno i panni di investigatori privati per risolvere cinque casi da affrontare in sequenza (questo, che potrebbe apparire secondario, è invece particolare importante: i casi infatti SEMBRANO scollegati tra di loro, ma non si sa mai…) La caratteristica innovativa è che gli agenti dell’Antares (cioè voi) hanno accesso al database di risorse online messo a disposizione dal gioco, perciò sarà obbligatorio utilizzate gli smartphone per consultare internet riguardo alle informazioni necessarie a risolvere il caso.
Ciascun caso è risolto tramite un mazzo di carte che si andranno a girare con l’accumularsi degli indizi raccolti durante il gioco e il web servirà anche a tenere traccia delle partite e dei progressi.
Anche il finale dello scenario (che, in realtà, non ha un tempo di gioco limitato ma basato totalmente sulla discussione tra giocatori) si risolverà tramite il web, con una serie di domande da rispondere e un punteggio che garantirà il passaggio diretto allo scenario successivo. Unica pecca: la prima edizione italiana contiene alcuni refusi che verranno corretti nelle future uscite, ma che, per quanto evidenti, non vanno ad intaccare la giocabilità.
Chronicles of Crime creato da David Cicurel e edito da Uplay Edizioni. Presenta caratteristiche simili, con il limite fissato, però, da uno a quattro giocatori e tempo di 90 minuti circa.
Anche in questo caso, si tratta di condurre una serie di investigazioni utilizzando una selezione di componenti che l’app di gioco presenterà ogni volta in forma e contenuti diversi. Ogni componente è infatti munito di un QR code che permetterà di sbloccare contenuti da usare in mille modi diversi in funzione dell’avventura. Nuovi contenuti verranno inoltre sbloccati nel corso del gioco per consentire di scaricare nuove avventure.
Per il finale, quando i giocatori ritengono di aver risolto il caso, devono tornare a Scotland Yard e rispondere alle domande che la app farà sul caso. Le risposte verranno inviate tramite QR code, inquadrando possibile assassino, mandante e oggetti coinvolti. Sarà poi sempre la app a tenere conto del tempo impiegato e degli errori commessi, per dare un voto.
Il tempo, qui, sarà determinante, ma con sostanziali differenze da quello “reale”: ogni mossa costerà 20 minuti, gli interrogatori e la raccolta degli indizi 5 minuti e il tempo di risoluzione conterà a sua volta come fattore di calcolo per il punteggio finale.
Gli scenari inclusi con l’acquisto della scatola base sono cinque più uno di introduzione, ma ulteriori avventure sono disponibili per l’acquisto dall’app (scaricabile gratuitamente). Unica avvertenza per i “precisini”. La scansione del QR code è indispensabile, ma funziona bene solo se NON si imbustano le carte. Uomo avvisato…
Devo – adesso – per forza darvi una preferenza? Ok, allora prendete Sherlock Holmes consulente investigativo che di questi è la base, e poi – se vi piace il sistema e se siete riusciti a risolvere tutti i casi – passate a uno di questi due. Non ve ne pentirete.