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Santa Margherita (Venezia) e degrado: i residenti reagiscono

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Degrado notturno in Campo santa Margherita: i residenti reagiscono.
La pandemia l’aveva rimossa quella sgradevolezza di sapere e vedere un campo vivo, abitato dai residenti, amato per la sua solarità conviviale, trasformarsi nella notte in un deposito di rifiuti, di bottiglie e bicchieri di carta dispersi sui masegni, di manifesta incuria e spregio dell’ambiente e di chi in quel campo ci abita ed è costretto a sopportare la musica e la sua acustica insopportabile, insieme alle urla e agli schiamazzi di alcuni ragazzi, a ogni ora della notte, fino all’alba.
Campo Santa Margherita, con il suo mercato, i bambini che giocano, gli anziani seduti sulle panchine di legno, all’ombra degli alberi, il mercatino della solidarietà, gli amici seduti al bar a prendere un caffè o l’aperitivo, di notte diventa teatro, come in altri campi e zone di Venezia, di un abbruttimento di difficile lettura. Potrebbero raccontarla meglio, quella sensazione gli operatori della Veritas, sgomenti e costretti di buona mattina, a porre rimedio alla maleducazione altrui, a farsi carico della pesantezza del lavoro dell’indifferenza, dell’incoscienza di troppi giovani, gli stessi che il mattino dopo vanno a scuola, studiano e che in fondo, si dice, siano solo “dei bravi ragazzi”.

Di là dal fatto che gli assembramenti sarebbero sconsigliati, anzi vietati, se si vuole uscire dal contagio pandemico, sono molti i veneziani che si interrogano sulle ragioni di questa deriva che offende la civiltà e che trasforma la notte in un incubo senza sogni.
Brutto aver nostalgia dei mesi più bui inflitti dal contagio del Covid, quando una comune solidarietà aveva convinto anche tanti giovani a misurare i comportamenti, ad accettare regole ragionevoli, quando nella ragionevolezza c’era anche la paura e la tutela della propria e altrui salute.
Ora però i residenti di Santa Margherita, hanno deciso di reagire, alcuni sembrano intenzionati ad andarsene, a lasciare la propria casa, perché l’esasperazione ha raggiunto ogni limite. L’Associazione Do.Ve.che riunisce i residenti della zona, valuterà il da farsi, coinvolgendo i vigili, la polizia, gli esercenti, tenendo conto che soltanto in campo ci sono 24 esercizi e che quindi l’assunzione di bevande alcoliche sia invitante e facilitata.

Per prima cosa i residenti intendono riappropriarsi degli spazi e quindi occuparli con iniziative capaci di favorire la qualità dell’incontro, sperando di trovare degli interlocutori.
Anni fa si sono organizzate delle cene all’aperto, per dire anche ai giovani, che ci sono tanti altri modi di stare insieme e magari di divertirsi, ora con il dovuto distanziamento e le note precauzioni.
C’è chi invita a far rispettare le regole già in vigore, chi vuole più agenti e addirittura l’esercito nelle zone più frequentate dai ragazzi, chi pensa a posti, come la Marittima, una zona franca per consentire ai ragazzi di divertirsi senza disturbare troppo gli altri di notte, chi scuote la testa perché sa che la distensione non può che provenire dai giovani stessi.
E forse sarebbe ora e tempo di interrogarsi per capire meglio il tipo di società che gli adulti, in famiglia e a scuola hanno proposto ai bambini prima e ai ragazzi poi.


 

I nostri giovani secondo il filosofo Umberto Galimberti: “Iper-connessi, ma isolati, e noi adulti che non diamo certo un buon esempio”. Il suo giudizio ci dice che noi ci accorgiamo di loro, dei loro presunti eccessi, solo quando ne siamo disturbati. E a questo punto si invocano polizia, sanzioni, allontanamento e altro.
Spiega Galimberti: “Vivono di notte perché di giorno la loro voce è ignorata, nessuno li coinvolge, li chiama, li fa sentire risorse invece di problemi. Pur di non assaporare la loro insignificanza sociale preferiscono rifugiarsi nella notte o peggio bevono, si drogano, finiscono per dormire fino a mezzogiorno non perché dia loro piacere, ma perché così si creano un’anestesia dall’angoscia verso il futuro che preferiscono non guardare, rimanendo nell’assoluto presente”. (Fonte Adige.it)
È soprattutto di questi aspetti che il mondo adulto si dovrebbe preoccupare, parlando con i ragazzi, inducendoli a mantenere la fiducia in sé stessi e a non aver bisogno di bere o di altre via di fuga, per cercare di non perdersi.

Andreina Corso

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8 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Credo che i giovani abbiano diritto a divertirsi osservando le disposizioni comunali di orario e quant’altro e le autorità debbano vigilare e multare chi spaccia si droga ecc ecc. Fine problema risolto

  2. Avere un attività è dare un servizio, ringraziamo il decreto Bersani, c erano quattro locali veneziani ed ora ci sono esercenti stranieri che se ne infischiano di ogni regola, vorrei vedere se andassimo nei loro paesi a vendere pessime bibite e droga ai loro figli come ci accoglierebbero, esiste addirittura una bottiglieria nel punto di massimo degrado, ma non sarebbero vietate le bottiglie?l altro sabato la Polizia alle undici della sera leggeva i green pass dentro un libreria, li capisco, hanno le mani legate….solo quando i residenti e gli esercenti sono scesi in campo a protestare contro gli spacciatori, sparivano per la serata, ma poi? Ora ci penserà il tempo, il fresco, non la polemica a migliorare la condizione e poi tornerà, Venezia ha tanti piccoli campi in cui se ci fosse una rete organizzata di piccoli spettacoli, di musicisti, potrebbe distrarre dall’ alcol od almeno ridurre, molti non hanno altro che coprire il loro malessere e caos creato con la bibita, non và…

  3. Come se chi desidera bersi una birra o incontrarsi con gli amici – in quelli che sono definiti per antonomasia luoghi di aggregazioni, quali piazze o campi – non fosse anch’egli residente, con pari diritti (e doveri). Includendo tra i diritti anche quello al divertimento e alla socialità.

    • Il limite alla libertà inizia quando si inizia a ledere la libertà degli altri. I diritti valgono per tutti, finché son si ledono quelli degli altri, come il diritto al riposo, al silenzio, alle calli pulite, al buio notturno per addormentarsi.
      Molti residenti socializzano, magari a casa loro, bevono, ascoltano musica, ma non disturbano gli altri!
      La birra si può bere anche alle 21.00 e non per forza alle 2.00 di notte, e si può bere senza urlare, vomitare e orinare per le calli, drogarsi.
      Sono pure loro residenti?Allora che mi diano il loro indirizzo che quando devono andare al lavoro al mattino presto, hanno gli esami, le lezioni o qualche impegno importante vado a sbraitare sotto casa sua fino alle 3 di notte… Vediamo se sono così favorevoli al diritto di molestare.
      Il Comune dovrebbe comunque trovare un posto di aggregazione fuori dalle zone abitate, come ha accennato qualcuno, tipo alla Marittima o al Tronchetto.

      Prof. Fabio MOzzatto

  4. …quante scuse, quanti pretesti…! Io da giovane avevo mille disagi ed incertezze ma non andavo a disturbare nessuno nella notte, non mi ubriacavo né mi drogavo, e nessuno mi ascoltava. Mi sono arrangiato, e con tanta fatica ce l’ho fatta! Così come con ben maggior fatica ce l’avevano fatta i miei genitori che hanno passato una guerra! Serve una pattuglia fissa delle forze dell’ordine dalle 21 all’alba, la chiusura dei bar alle 23, le denunce per imbrattamento, disturbo della quiete pubblica, abuso di droghe e alcol e la denuncia contro il comune per inadempienza. E magari pure qualche secchio di acqua e ghiaccio in testa…
    Si vuole aiutare i giovani ad avere meno incertezze? Si eliminino gli stage, i lavori interinali, lo sfruttamento dei laureati, il jobs act,. la Legge 30 detta Biagi, e si offrano loro incarichi di lavoro certi, dignitosi dove possano avere ambizioni e non timori di restare disoccupati dopo una settimana, e con i quali possano aspirare ad una pensione dignitosa.
    Il resto sono chiacchiere. Invito i residenti a non abbandonare le case, a scendere in calle assieme con la scopa in mano e urlare a questi incivili di smetterla, a preparare qualche secchio di acque e ghiaccio, ad organizzare delle manifestazioni di protesta, a chiedere un accertamento fiscale e sulle assunzioni e orari di lavoro per tutti i bar del campo (se fossero tutti in regola, forse a qualcuno non converrebbe più così tanto tenere aperto fin a notte…), ad avviare azioni legali contro il Comune che da decenni acconsente tutto ciò e a votare una persona fidata alle prossime elezioni.
    P.S.: al disagio dei residenti, al futuro insonne che li aspetta, allo stress che subiscono, chi ci pensa? Chi li ascolta?
    Prof. Fabio Mozzatto

    • Più che d’accordo, non avrei potuto trovare parole più giuste per commentare questo degrado. Non abbandonate le vostre case, armatevi di secchi d’acqua e continuate a protestare.

  5. Anche in passato i giovani hanno vissuto le proprie difficoltà’ e si sentivano esclusi dagli adulti, dalla società, ma non per questo si prendevano la libertà di “non rispettare gli altri” oltre ogni limite! E comunque si attivavano molto per cercare di cambiare
    politicamente e socialmente il mondo che li circondava. Avevano capito che isolarsi non serve a niente e a nessuno.

    Oggi, noi dobbiamo, purtroppo, dire che la società moderna e ogni singola famiglia fa crescere queste nuove generazioni in uno stato di assoluto “diritto” e pochissimi “doveri”, allora sotto questo punto di vista sicuramente la colpa di questi giovani che trovano come unica soluzione dei loro problemi l’alcol, la droga o comunque l’indifferenza alle regole più elementari, è sì colpa di tutti noi!

  6. I giovani vogliono “vivere” di notte, perché la notte li allontana dal giorno, sentito come il momento della “nascita”(inizio della vita) e come difesa dagli adulti che, in quella fase della giornata, dormono. Gli adulti hanno perso autorevolezza ai loro occhi e non in una misura “normale e fisiologica”, bensì in modo “patologico”, perché i loro adulti di riferimento non hanno costituito un esempio da seguire, pur criticandolo, purché in modo “costruttivo”.. Gli adulti, dagli anni ’60 in poi, non hanno saputo più dure di no ai giovani, perché loro stessi sono stati vittime di un “giovanilismo malato”. Mi auguro vivamente che gli abitanti di S. Margherita non lascino le loro case e che la loro sacrosanta reazione all’ uso incivile del meraviglioso campo sia solo l’inizio di un nuovo “dialogo” tra le generazioni. Inutile sottolineare che se la notte è la fuga dal giorno, alcool e droga sono la fuga dalla vita… Per tornare al caso in questione… sarebbe bello, ancorché utopistico, individuare alcuni responsabili del degrado per far loro ripulire gli spazi così vilmente insozzati.. Io, da sempre, per esempio, sono favorevole ad affidare agli studenti la pulizia e la manutenzione degli ambienti scolastici.. ma mi fermo qui…

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