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Covid, scoperti falsi positivi: indagine della procura

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Covid, scoperti falsi positivi, addirittura ricoverati assieme ad altri pazienti contagiati dal coronavirus. La procura indaga, al momento senza ipotesi di reato, dopo la denuncia di un legale di un ricoverato.
Si parla di 61 falsi positivi. E la procura di Aosta vuole vederci chiaro.
L’indagine appartiene ad un fascicolo al momento senza ipotesi di reato né indagati.
Gli investigatori vogliono capire come sia stato possibile registrare quei dati errati nei laboratori dell’ospedale regionale Parini per poi vagliare eventuali responsabilità penali.
Il pm è il dott. Manlio D’Ambrosi e la sua indagine segue di poche ore il deposito in procura di una “denuncia a tutela della collettività” da parte dell’avvocato aostano Orlando Navarra.
Poco meno di un terzo dei 61 falsi positivi era già ricoverato in ospedale per altri motivi quando, a causa dell’errata diagnosi sono stati etichettati “Covid” e trasferiti nei reparti Covid.
I pazienti ricoverati “sono stati esposti al rischio di contagio e quindi – scrive il legale nella denuncia –

a subire il potenziale reato di epidemia” colposa: “la salute di una pluralità di persone è stata dunque messa a rischio”.
L’indagine dovrà chiarire definitivamente la situazione e i suoi sviluppi nei prossimi giorni, quando i 16 pazienti saranno sottoposti nuovamente a tampone.
I falsi positivi, spiega l’avvocato Navarra, “hanno sicuramente influito sul numero dei contagiati e ricoverati” e che l’accaduto sembra “poter avere effetti sul calcolo dell’indice di riproduzione della malattia (Rt)”.
La cosa, ovviamente, potrebbe anche”comportare il rischio per i valdostani” di “vedere restare più a lungo la Valle d’Aosta in zona rossa o zona arancione con l’ulteriore conseguenza di irreparabili danni” al sistema economico.
Secondo il legale, quindi, si può parlare anche di ipotesi di turbata libertà dell’industria o del commercio.
La procura dovrà accertare se i due reati si siano davvero consumati per mezzo delle indagini delegate alla sua sezione di polizia giudiziaria.
Le indagini, al momento,

non escludono alcuna pista, dalla sciatteria alla negligenza, dall’imprudenza nella comunicazione dei dati all’errore di una macchina.
I 61 casi di “falsi positivi” (scoperti il giorno 28) secondo l’azienda sanitaria sono dovuti a “un errore tecnico del software del laboratorio analisi” che si è verificato sabato 26.
Angelo Michele Pescarmona, commissario dell’Usl della Valle d’Aosta, ha accusato gli organi di stampa di voler fare “giornalismo scandalistico” durante la conferenza stampa di fine anno.
“Noi ci siamo comportati benissimo, perché l’obiettivo che avevamo quando è venuto fuori questo errore non era quello di andarlo a sbandierare sui giornali ma di intervenire immediatamente nei confronti dei 61 falsi positivi per metterli in sicurezza. E questo l’abbiamo fatto subito. Quindi non è una malasanità quella che non si dà da fare per mettere in evidenza i suoi errori”.

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