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Covid, Rt nazionale sceso a 1

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Covid, Rt nazionale sceso a 1, parla Giovanni Sebastiani (Cnr): Rt a 1 però varianti del 40% più letali. Per questo è necessario “Continuare con misure di contenimento e accelerare con le vaccinazioni”.
L’indice di contagio Rt a livello nazionale è sceso a 1, il valore “critico per l’andamento espansivo o meno dell’epidemia”, mentre rispetto ad ottobre è aumentata del 40% la letalità delle varianti del virus SarsCoV2 in circolazione in Italia.
Questo è quanto indicato dalle analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac), che sta anche analizzando i dati della campagna vaccinale.

Il valore dell’indice Rt si è abbassato, secondo il calcolo aggiornato al 10 marzo, e risulta inferiore a quello del 3 marzo, grazie “alle misure restrittive di fine febbraio-inizio marzo”, rileva l’esperto. “La notizia è positiva, ma bisogna continuare con le misure allo scopo di ridurre ulteriormente la circolazione del virus per mettere in atto nel modo più veloce ed efficace possibile la campagna di vaccinazione di massa”, osserva Sebastiani. Inoltre “dall’analisi della curva di incidenza dei positivi ai test molecolari e di quella dei decessi relative alla fase di espansione corrente e a quella di ottobre 2020, risulta che la letalità media delle varianti che circolano al momento nel nostro Paese sia circa il 40% più alta rispetto a quelle di ottobre”.

Analizzando le due curve attraverso un modello matematico che mette in relazione i valori della prima e quelli della seconda dopo un certo intervallo di tempo” e “dai valori numerici stimati dai dati per questo legame quantitativo risulta che la letalità delle varianti che circolano nel nostro Paese nella fase espansiva corrente è superiore al 40% di quella relativa alle varianti che circolavano in Italia nella fase espansiva di ottobre”. Dal momento che lo studio “si riferisce in entrambi i casi ai test molecolari, e dato che è ragionevole assumere che ora siamo in grado di individuare una percentuale più alta dei casi positivi effettivi rispetto a ottobre, il valore del 40% – conclude Sebastiani – è verosimilmente una sottostima del valore reale”.

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