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Covid: peggioriamo a causa del Black Friday. L’esperto: in arrivo terza ondata

Sebastiani: "Le cause del rallentamento vanno cercate nei dodici giorni precedenti, quindi l'elemento che sembra possa avere giocato un ruolo rilevante è lo shopping, probabilmente quello natalizio iniziato sotto la spinta delle offerte del Black Friday".

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Covid: aumentano i guariti, si piegano le curve dei modelli ma aumentano anche i morti. Pare imprevedibile il comportamento di questa fase del virus mentre si cerca già di capire come sarà la terza ondata.
Si annunciano  riaperture natalizie, si nota la discesa dei contagi di Covid-19, mentre il numero dei decessi aumenta, con la nota positiva che riguarda i guariti, che hanno superato il milione.
In generale, i numeri ancora alti dei casi e le feste di Natale alle porte pongono un grande punto interrogativo sull’eventuale arrivo di una terza ondata.
Per il ministro della Salute Roberto Speranza, le vacanze di Natale dovranno essere “l’occasione buona per limitare i contatti, gli spostamenti che non sono inevitabili, evitare occasioni in cui il contagio può ancora diffondersi perché siamo vicini alla meta”.
Con gli 887 morti registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati della Protezione civile, il numero dei decessi raggiunge la quarta cifra più alta toccata dall’inizio dell’epidemia, dopo i 953 del 3 dicembre scorso, i 919 del 27 marzo e gli 889 del 29 marzo.
Nelle ultime 24 ore i casi positivi sono stati 16.999 su 171.586 tamponi eseguiti, con un rapporto casi-tamponi che finalmente torna a scendere e tocca il 9,9%.
Buoni i dati che riguardano i guariti, che con i 30.099 in più rispetto al giorno precedente hanno superato il milione (1.027.994).
Gli attuali positivi sono diminuiti di 13.988 unità, scendendo complessivamente sotto 700.000.
Gli esperti si chiedono, però, quando si riuscirà a far scendere i contagi, alla luce delle misure meno drastiche introdotte in vista delle festività natalizie.
Il fisico Giorgio Sestili, fondatore

e fra i curatori della pagina Facebook “Dati e analisi scientifiche” e titolare del sito giorgiosestili.it, si chiede per esempio perché non si continuino a fare 200.000 tamponi al giorno e riterrebbe opportuno uno screening a campione di lavoratori a rischio, come quelli di supermercati, centri commerciali e scuole.
“Se facessimo campagne simili – ha osservato – ci renderemmo conto che i casi sono molti di più e avremmo un numero casi più simile a quello reale”. Per Sestili “è escluso che potremo arrivare a situazione analoga a quella estiva. Stanno arrivando l’inverno e il freddo, non siamo in lockdown e il virus continua a circolare: sono condizioni – ha rilevato Sestili – che potrebbero innescare una terza ondata”.
“La situazione in cui ci trovavamo in agosto era simile a un bosco verde al quale era difficile dare fuoco con una miccia, ora siamo davanti a una prateria di erba secca”.
Il virus SarsCoV2 ha ripreso a circolare in modo più sostenuto a partire dal 3 dicembre circa anche secondo l’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
“Le cause del rallentamento – ha detto – vanno cercate nei dodici giorni precedenti, quindi intorno al 20 novembre e l’elemento che sembra possa avere giocato un ruolo rilevante è lo shopping, probabilmente quello natalizio iniziato sotto la spinta delle offerte del Black Friday”.
Secondo il matematico

la situazione diversificata che si osserva nelle regioni, con alcune in cui la circolazione aumenta e altre che mostrano una riduzione, si riflette a livello nazionale nei valori “stabili” del rapporto fra casi positivi e casi testati, ora al 25%, e del rapporto fra casi positivi e tamponi intorno a 11%.
“Questi valori hanno smesso di scendere da circa una settimana perché in alcune regioni gli stessi valori stanno aumentando, come accade in Veneto, nella provincia autonoma di Trento, in Puglia e nel Lazio, mentre in altre calano”.
Confrontando, inoltre, l’andamento dei casi con quello dei ricoverati con sintomi, dei ricoveri nelle unità di terapia intensiva e della curva dei decessi, si osserva anche qui una frenata del trend di diminuzione. L’unica ipotesi affidabile è, quindi, che la decelerazione nella riduzione dei casi si debba a “un’inversione di tendenza, con una maggiore circolazione del virus negli ultimi otto giorni”, ha osservato Sebastiani.
Secondo il matematico l’unica spiegazione è un evento iniziato intorno al 20 novembre. Escludendo quindi che la causa possa risiedere in un rilascio delle misure, che anzi in quel periodo si erano inasprite, l’unica spiegazione plausibile è lo shopping natalizio, cominciato sull’onda del Black Friday.
La battaglia contro il Covid si conduce però anche nella ricerca di un’equilibrio tra la sicurezza e l’economia, con danni gravi in entrambi i campi appena si sposta l’ago della bilancia.
“Fino al 15 gennaio questo Dpcm rimarrà ancora vigente, ma tante regioni in queste settimane passeranno da zona arancione a zona gialla, quindi noi stiamo restituendo spazi di libertà”.
Queste le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo alla trasmissione, registrata, Porta a Porta.
“E’ chiaro che una cosa è la zona rossa dove

tutti i negozi sono chiusi e un’altra la zona gialla dove ci sono limitazioni più contenute – ha continuato – dobbiamo riuscire a reggere queste due settimane molto insidiose del Natale, è inverno, si sta in luoghi chiusi, si areano meno gli spazi perché fa freddo”.
“Sono spaventato come in estate – ha sottolineato – perché molti hanno pensato purtroppo che la partita fosse vinta, poi abbiamo visto che cosa è successo. Io penso che dobbiamo tenere il punto, perché se superiamo questa fase del Natale poi potremo immaginare da febbraio, quando si incomincerà con il vaccino, di poter guardare con più fiducia il futuro”.
“Ma bisogna essere chiari – ha detto ancora – perché il vaccino arriva ma le dosi non arriveranno tutte insieme. Pfizer all’inizio ci darà 3,4 milioni di dosi e noi riusciremo a coprire 1,7 milioni di persone, perché servono due dosi a persona. Per questo serve ancora tempo. Dobbiamo fare ancora uno sforzo e poi un po’ alla volta potremo tornare, gradualmente, alla vita di sempre riappropriandoci di tutte le libertà”.

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