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Covid oggi, Zaia: “Basta, ora non si scherza più. Nuova ordinanza in arrivo”

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Covid, Zaia: "Abbiamo pressione su ospedali ma non emergenza"

Covid oggi: spaventa e fa oggettivamente paura. Persino il governatore del Veneto, Luca Zaia, fino ad ieri molto moderato nell’interpretazione dei numeri assieme ai quali ribadiva che non vi era emergenza, cambia il tono dell’approccio nel suo messaggio quotidiano alla popolazione: “Ora è fase in cui non si scherza più” aggiungendo poi: “Ora naso dentro le mascherine!”.

“Siamo entrati nella fase X, quella in cui non si scherza più. E quindi il naso va messo dentro la mascherina e non fuori Per dire che, se fino a ieri qualcuno poteva anche permettersi di far uscire il naso dalla mascherina improvvidamente, ora do un consiglio spassionato: evitate di farlo perché troverete sorprese”.
E’ un vero e proprio ammonimento fatto dal presidente del Veneto, Luca Zaia, il quale ha annunciato una nuova

ordinanza entro lunedì. Un provvedimento, ha anticipato, che non riguarderà le attività produttive, ma sarà di incentivazione all’uso dei dispositivi di protezione e di dissuasione degli assembramenti. “Devo risolvere – ha spiegato – alcuni aspetti, c’è un approfondimento giuridico importante rispetto ad alcune misure che sono innovative. Non voglio però diffondere apprensione nei cittadini, ma l’uso della mascherina sarà il tema centrale”.

Il governatore ha anche annunciato che, in tema Covid, sono pronti altri 10 centri. Ed ora non esclude più categoricamente la parola “Lockdown“: “Vedremo i parametri”. Il Veneto, secondo le parole del presidente, è in ‘allarme arancione’, e ciò significa oggi un sistema sanitario ‘sotto stress’.

Zaia evita di parlare di lockdown, ma non esclude affatto di metter mano a nuove restrizioni: “Sono decisioni dettate da scelte sanitarie e non politiche”, su cui decideranno “i parametri”. Sono le precise parole del presidente della Regione Veneto questa volta intervistato da ‘Il Corriere della Sera’.
“L’unica cosa che possiamo fare – aggiunge – è condividere buone pratiche e cercare di attutire il colpo. Perché il colpo ci sarà”. “Già in maggio – dice ancora il governatore – avevo annunciato che con la seconda ondata avrei

usato l’artiglieria pesante”.
Al momento “abbiamo 65 pazienti in terapia intensiva, il semaforo è arancione. Il nostro picco lo abbiamo registrato il 29 marzo con 356 pazienti. A 150 sono pronto ad aprire 10 ospedali Covid in Veneto”.

Zaia, inoltre, se la prende con i negazionisti: “Abbiamo assistito a discussioni lunari sui tassi di mortalità del Covid e quelli delle strisce pedonali. Il virus sottopone il sistema sanitario a uno stress terribile. Il Covid si cura, il vaccino arriverà. Ma quando il virus entra in maniera importante negli ospedali toglie la possibilità di curare gli altri pazienti”.

Il Veneto, secondo il presidente, dichiara di eseguire “quasi 30 mila tamponi al giorno”. Ma i numeri preoccupano il governatore: “Se hai 2 o 3 mila positivi al giorno e calcoli una ventina di persone da contattare per ciascuno, devi fare 60 mila test. Ci vuole un migliaio di persone dedicate solo a questo”.
Ma il Veneto resta aperto? “Se ci sono restrizioni da decidere, lo faremo – risponde – ma i veneti devono essere sicuri che faremo il necessario e sapere che devono ossessivamente portare la mascherina ed evitare assembramenti”.

Sulla nuova ordinanza in arrivo entro lunedì 26 ottobre non ci sono molte anticipazioni, ma: “Entro lunedì farò

un’ordinanza con maggiori restrizioni che non prevedrà il lockdown ne’ sarà preclusiva alle attività, ma riguarderanno assembramenti e cose analoghe” ha confermato Zaia, il quale ha spiegato che “c’è tensione negli ospedali, ma la crescita nelle terapie intensive è lenta”.
“Crescono i contagi in Veneto ” ha osservato Zaia rilevando che però si stanno facendo più tamponi. Il problema per il presidente è di “evitare che si vada incontro al collasso della sanità regionale”.

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